The Chanfrughen – Musiche Da Inseguimento
Se nell’insieme ci si attesta sulla sufficienza (in fin dei conti il disco è registrato bene), c’è assolutamente bisogno di lavorare intensamente sui contenuti e sul metodo di scrittura dei pezzi.
Funeral Mantra – Demo 2013
Un demo di quattro brani che si rivela una valanga stoner dall’ottimo piglio.
Stumbleine Feat Violet Skies – Chasing Honeybees
L’elettronica delicata del primo e la morbida voce della seconda si sposano in maniera perfetta.
Tuchulcha – Legions Of Etruria
Si arriva alla fine del disco con la voglia di ripremere il tasto play ed immergersi, ancora una volta, nel cuore dello scontro.
Kauan – Pirut
Difficile fare meglio per chiunque tenti di approcciarsi a questa materia e i Kauan, con una prova di siffatto livello, meriterebbero di uscire dal confortevole quanto limitante guscio di realtà musicale di culto.
Halahkuh – Desecration
Un gioiellino estremo che conferma il fermento della scena metal indiana.
Stella Burns – Stella Burns Loves You
Un qualcosa che, pur senza inventare nulla, riesce comunque a mostrare una sua originalità e unicità.
Ego Depths – Gjerhal Ket Bardo
Agli antipodi del funeral più melodico “Gjerhal Ket Bardo” si rivela opera in grado di tratteggiare efficacemente la rabbia e la demotivazione nell’essere umano, come il genere impone.
Sceptre – Age Of Calamity
Un plauso ai ragazzi indiani che, con coraggio e tenacia, nella realtà del loro paese portano avanti un discorso di denuncia forte e d’impatto, confermando che il metal non è solo sinonimo di draghi e spade ma anche un mezzo per smuovere animi e coscienze.
L’inferno Di Orfeo – L’idiota
L’Inferno Di Orfeo può considerarsi maturo sotto tutti i punti di vista. Un disco indie rock/pop che non vi lascerà delusi.
Final Words Of Sorrow – Reflection Of A Shadow
L’esordio dei greci Final Words Of Sorrow ci riporta piacevolmente indietro di qualche anno, riproponendo sonorità gothic death-doom immerse del tutto negli anno ’90.
Top Hat Sisters/blue Dean Carcione – Split
Già dal packaging di questo 7’ si torna indietro nel tempo fino agli anni ‘30; le foto in bianco e nero, incollate sulla carta del pane che custodisce il vinile, mi ricordano infatti quelle dei miei nonni in gioventù.