Lauxnos – The Last Pier
The Last Pier è un bellissimo disco, l’ennesimo gioiellino spinto fuori dai confini russi dall’apprezzabile operato della Nihil Art Records
Morfema – Al Mare D’inverno
Un ep maturo e comunicativo che non vi lascerà certamente delusi
Bastian – Rock Of Daedalus
Una album compatto, valorizzato dalla prova di un Vescera sontuoso, di un Macaluso che sfodera tutta la sua esperienza alle pelli, ben sostenuto dal basso di Giardina, e dalla sei corde dell’axeman nostrano, un chitarrista sanguigno che lascia ad altri virtuosismi fini a se stessi e mette il suo talento a disposizione dei brani
Voltumna – Disciplina Etrusca
Il mondo etrusco si presta benissimo ad essere rivisitato attraverso un linguaggio metal, e i Voltumna lo fanno con sensibilità e passione.
Inishmore – The Lemming Project
Tanta melodia, dunque, per un album piacevolmente metallico in il songwriting si dimostra all’altezza ed i musicisti, senza strafare, ottengono un bel voto per tecnica e feeling.
Pino Scotto – Live For A Dream
Con il blues signore e padrone del suo background, Pino ci delizia con questi diciotto brani dove non manca una marea di ospiti illustri della scena meta/rock tricolore, a conferma dell’eclettismo di un musicista non rinuncia a collaborare con le nuove generazioni di musicisti, che siano di provenienza metal, rock o addirittura rap.
Iron Mountain – Unum
Una nuova modalità tutta irlandese di trascendere i concerti in teatro.
Universe 217 – Change
Change strabilia per un songwriting che penetra l’anima dell’ascoltatore senza remissioni, nonostante presenti più di una difficoltà per assimilarne la bellezza in maniera immediata, stante il suo incedere versatile ed articolato.
Luca Di Maio – Letiana
I nove brani presentati scorrono rapidi nei loro trenta minuti complessivi di durata, facendo un’ottima impressione fin dal primo momento
Sunnata – Zorya
Il sound proposto è uno dei più estremi in circolazione ma i Sunnata lo maneggiano con buona disinvoltura
Charun – Stige
Sicuramente il miglior disco italiano post rock di questo periodo.
Diesear – Ashes Of The Dawn
Un sound rabbioso, veloce e tempestoso, colmo di scale e solos melodic, accompagnato da un tappeto ritmico che varia tra sgommate micidiali di thrash metal e potenti muri di groove moderno