Nel 1992 Cameron Crowe diresse il suo primo film, prendendo spunto dal Rock, passione del regista fin da bambino, come verrà poi raccontata in Almoust Famous otto anni dopo.
Singles, L’Amore E’ Un Gioco, non è altro che una commediola, neanche troppo divertente, che parla di un gruppo di giovani di Seattle e dei loro amori, illusioni, successi e fallimenti, proprio mentre nella loro città sta nascendo il fenomeno grunge, che invaderà il music business fino al tragico finale, la morte del leader dei Nirvana kurt Cobain.
Interpreti famosi fanno parte di un cast che vede tra i protagonisti un Matt Dillon, in versione apprendista rockstar in una delle sue più scialbe interpretazioni e Bridget Fonda la sua ragazza, frustrata dal totale menefreghismo del fidanzato per la loro relazione, completamente concentrato a realizzare il suo sogno nel mondo del rock.
Cameron Crowe, che figura in una piccola parte nel film, ha sicuramente diretto film più riusciti di Singles ( Jerry Maguire su tutti), ma questa rimane una pellicola importantissima, sia per l’ambientazione (il film è girato a Seattle e le citazioni al grunge sono molteplici) che per la colonna sonora, che metteva in mostra quasi tutte le più importanti
bands del movimento.
Scrivere due righe su questo film, mi dà lo spunto per dire la mia su quello che io personalmente considero uno dei periodi più importanti degli ultimi trent’anni di storia del rock, amato da molti, odiato da chi ha sempre accusato al genere, di aver messo in ombra il metal, appena uscito dal periodo d’oro degli anni ottanta.
Intanto il grunge, come genere musicale non esiste, fu un movimento che il business trasformò suo malgrado in moda: allora camicie di flanella, pantaloni corti e antidepressivi in tasca erano il pane dei giovani rockers americani, ma sul versante musicale le cose a mio avviso erano molto diverse.
Prendiamo per esempio i gruppi più importanti, sia a livello qualitativo che commerciale: Soundgarden, Nirvana, Pearl jam, Alice In Chains e Screaming Trees.
Nessuna di queste band si assomigliava a livello musicale, i Soundgarden suonavano un hard rock che richiamava(specialmente nei primi lavori) l’hard rock settantiano di Led Zeppelin, ed in parte Black Sabbath, mentre i Nirvana si ispiravano sia musicalmente che come atteggiamenti al punk/noise I Pearl Jam, eredi dei mai troppo idolatrati Mother Love Bone (gruppo che vedeva al microfono Andrew Wood, morto per una dose fatale di eroina nel 1990) hanno sempre rispecchiato la classica band di rock americano e gli Alice In Chains dell’anche lui defunto Layne Staley, incarnavano l’anima metal di tutto il movimento.
Mark Lanegan ed i suoi Screaming Trees furono l’espressione in versione hard rock dello spirito cantautorale del suo leader, una via di mezzo tra Nick cave e Tim Buckley.
Si può essere d’accordo o meno, ma è indubbio che album come per esempio Nevermind (Nirvana) e Badmotorfinger (Soundgarden) non hanno assolutamente niente in comune, se non la provenienza geografica delle due band.
Che poi, il grunge (chiamiamolo così) abbia determinato un periodo difficile per il metal è una balla colossale.
All’epoca mentre in una parte degli Stati Uniti, si guardava con trepidazione alle marachelle del leader dei Nirvana, sulla costa la scena Death metal sfornava album e gruppi storici, così come nel nord Europa c’era solo l’imbarazzo della scelta tra le demoniache sfuriate del black metal e le cavalcate neoclassiche dei nuovi gruppi power.
Molti dei giovani kids, si sono iniziati al rock con i gruppi di Seattle, per poi passare al metal incuriositi dalle magliette portate dai loro idoli, non era infatti così raro vedere i musicisti di Alice In Chains e Soundgarden con in bella mostra i loghi dei gruppi metal, dai Black Sabbath, ai gruppi estremi della bay area.
Come è sempre successo nel mondo del rock, al successo, seguirono una moltitudine di realtà che, con risultati alterni salirono sul carro del vincitore, spinti dalle case discografiche a caccia dei nuovi Nirvana o Pearl Jam, finchè, dopo la morte di Kurt Cobain, l’industria musicale decise che per il grunge il tempo era scaduto, rimpiazzato dall’orda dei gruppi new metal, che portarono valanghe di dollari, almeno fino ai primi anni del nuovo millennio.
La colonna sonora del film merita senz’altro più della pellicola, si alternano infatti nel disco le prove di Sondgarden, Screaming Trees, Alice In Chains, Mudhoney e quel capolavoro dal titolo Chloe Dancer/Crown Of Thorns, testamento dei Mother Love Bone che vale da sola l’acquisto della soundtrack.
Non una pellicola fondamentale a livello cinematografico, ma un testamento musicale su, come detto, una dei movimenti piu imporatante degli ultimi decenni, Singles va visto se siete amanti della scena della piovosa città dello stato di Washington.
1992 Atkinson/Knickerbocker Productions, Warner Bros. Pictures
regia di Cameron Crowe
con:
Bridget Fonda: Janet Livermore
Campbell Scott: Steve Dunne
Kyra Sedgwick: Linda Powell
Sheila Kelley: Debbie Hunt
Jim True-Frost: David Bailey
Matt Dillon: Cliff Poncier
Bill Pullman: Dr. Jeffrey Jamison
James LeGros: Andy
Devon Raymond: Ruth
Camilo Gallardo: Luiz
Ally Walker: Pam
Eric Stoltz: The Mime
Jeremy Piven: Doug Hughley
Tom Skerritt: Mayor Weber
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