I Birthday Party sono stati una post-punk band australiana attiva tra il 1976 e il 1983. Inizialmente chiamati The Boys Next Door, hanno rappresentato gli inizi musicali ufficiali dell’allora esordiente frontman Nick Cave, in seguito diventato globalmente affermato e noto coi suoi Bad Seeds, mutando, nel corso dei decenni, la sua essenza da selvaggio e “apocalittico” live performer in raffinato cantautore e compositore. Ma, oltre a Cave, questo combo ha lanciato, come spesso accadeva (e accade ancora) dalla fucina del rock ‘n’ roll aussie, almeno altri due musicisti di tutto rispetto e di culto come il chitarrista/polistrumentista Mick Harvey e il compianto chitarrista/cantante Rowland S. Howard (purtroppo venuto a mancare nel 1999).
Il regista Ian White ha deciso di raccontare la parabola musicale di questo gruppo in un documentario intitolato “Mutiny in Heaven: The Birthday Party“, già presentato al Melbourne International Film Festival e la cui uscita fisica nelle sale, al momento, è prevista in autunno solo in Australia e Stati Uniti, non si hanno informazioni precise riguardo a un suo arrivo anche in Italia.
La pellicola, che può vantare tra i suoi produttori esecutivi il cineasta tedesco (nonché amico di lunga data di Cave) Wim Wenders, e supervisionato muscialmente da Mick Harvey, ripercorrerà il percorso della formazione, dalla sua nascita, a metà Seventies, tra i banchi i scuola a Melbourne (in cui si formò il nucleo originario composto da Cave, Harvey e dal batterista Phill Calvert, ai quali poi si aggiunsero Howard e il bassista Tracy Pew, scomparso nel 1986) al debutto con l’album “Door, Door” e trasferimento, nel 1979, in Inghilterra, a Londra (e conseguente cambio di moniker da Boys Next Door a Birthday Party, che pubblicarono l‘Lp d’esordio omonimo, nel pieno del fervore del movimento post-punk che andava diramandosi in varie direzioni, coi BP a percorrere i sentieri del gothic rock, sottogenere che li vide tra i principali pionieri) dove i nostri si fecero un nome e una reputazione grazie a teatrali, caotici e incendiari concerti (in cui spiccava la presenza scenica e il carisma cupo di “Re Inchiostro” Nick Cave) contraddistinti da autodistruzione e violenza anarcoide, e sempre in bilico tra genio artistico e uno stile di vita dissoluto, fino all’inevitabile disfacimento (avvenuto dopo aver fatto uscire gli album “Prayers on fire“, “Junkyard” e gli Ep “The Bad Seed” e “Mutiny“) dovuto a dissidi tra i membri della band, esasperati dall’abuso di droghe pesanti. Il tutto sarà sviscerato attraverso interviste ai membri del gruppo e l’ultilizzo di raro materiale d’archivio, brani inediti, animazioni e contenuti multimediali.
Di seguito, ecco la locandina e il trailer ufficiale del docufilm.