Secondo disco per i romani Aguirre, si intitola “Belle Epoque” ed esce per Snowdonia Dischi. Gli Aguirre fanno un rock pop molto interessante con soluzioni musicali e melodiche sempre molto valide, c’è molta varietà e la loro costruzione musicale non è mai ovvia.
Altra cosa molto notevole sono i testi, che forse sono la loro maggiore peculiarità. Le loro parole non sono mai scontate, le liriche sono crude in maniera letterale, le parole sono usate con un peso notevole e si scava a fondo nel senso delle frasi e di situazioni anche con molta ironia.
Totalmente assente la autocelebrazione sia nella musica che nelle parole, gli Aguirre creano un universo totalmente loro, non ci sono riferimenti, è un viaggio senza cintura di sicurezza che strapperà ora sorrisi ora lacrime, soprattutto per come vengono trattate certe situazioni che pensiamo familiari ma che gli Aguirre ci presentano sotto una nuova luce, come ad esempio “Senza titolo” che parte dalle fialette puzzolenti per arrivare al filantropismo interessato degli amministratori delegati in un maniera incredibile. O come “L’anacoreta” che ha musiche e parole incredibili, stupendo nota dopo nota e parola dopo parola. Gli Aguirre sono una creatura musicale e poetica che verrà sempre sfocata nelle foto poiché in continuo movimento, si sposta sempre per trovare la soluzione che vuole, facendo quel chi gli pare quando gli pare.
Quando voglio fare passaggi musicali elaborati ecco la costruzione più barocca, quando gli prende il momento distruzione ecco spuntare la furia, ma più che altro è un fischiettare sull’argine del fiume indecisi se buttarsi o no avendo ben capito cosa ci aspetta dall’altra parte del ponte, là dove c’è la città.
Una prova in pieno stile Snowdonia, ovvero grandissima qualità musicale e cose mia ovvie, gli Aguirre sono un gruppo peculiarissimo che non ha paragoni, si devono sentire e capire, perché danno davvero qualcosa in più.
Le mere categorie musicali, i generi, sono totalmente inadeguati per poter far capire di cosa si tratta, bisogna ascoltare e farlo anche con calma, come siamo davvero disabituati a fare, ma gli Aguirre sono davvero un’altra cosa. Menzione super speciale per il libretto del cd che è un’opera d’arte a sé stante.