La svedese Louise Lemón è una musicista speciale, incarna uno spirito oscuro e tenebroso, canta con la sua splendida voce dei nostri demoni che combattono con la nostra luce, delle nostre sconfitte e delle nostre poche vittorie.
“Lifetime of tears” pubblicato da Icons Creating Evil Art è un disco pensato per essere un punto fermo nella carriera di Louise, un qualcosa con cui andare oltre a quello fatto finora, fissando le sicurezze e sperimentando qualcosa, e il risultato le rende pienamente ragione.
La musica è molto bella, suadente, dolce anche quando affronta cose difficile e tutto ruota intorno alla sua voce che sa interpretare oltre che cantare, e gli arrangiamenti musicali sono fatti davvero bene e le calzano a pennello. Questo terzo album musicalmente parte da lontano, rendendo manifeste le sue radici anni settanta, ma non si ferma lì, attraversando tanto del panorama indie degli ultimi trent’anni, prendendo il meglio e rielaborandolo con il suo stile.
E di stile Louise ne ha moltissimo, e lo esibisce con una voce che vibra dentro l’ascoltatore e che la rende unica.
Il disco è totalmente suonato e ha quel sapore speciale stile anni settanta, quell’andamento soul e rock frammisto al pop che lo rende un ottimo disco, molto piacevole all’ascolto e assai raffinato, senza essere pettinato. Musicalmente è molto a stelle e strisce, sia per quel tocco soul pop ma soprattuto per quel gusto di southern rock di certi arrangiamenti che lo rendono ancora migliore. Come si può intuire già dalla copertina il disco tratta della lotta fra luci ed ombre che viviamo dentro e anche fuori di noi, ma la voce di Louise Lemón può salvarci o dannarci, a noi la scelta, lei c’è.
Questa opera rappresenta la piena maturità artistica e non solo per una musicista che si merita moltissimo, sia per quello che ci regala sia per le sue capacità. Louise Lemón si colloca vicino ma oltre cantanti come Pj Harvey, Lana Del Rey etc, e un giorno si parlerà di lei come oggi si parla di loro, nel frattempo riscaldiamoci qui.