L’omonimo disco era la terza avventura del gruppo californiano Sublime, composto da Eric Wilson al basso, Floyd “Bud” Gaugh alla batteria e Bradley Nowell alla chitarra e voce.
La loro storia è comune a molti gruppi californiani dell’epoca con passaggi da una genere all’altro, infatti Gaugh e Wilson suonavano con il futuro manager dei Sublime Michael Happoldt in un gruppo punk hardcore chiamato The Juice Bros. Tutto ciò fino al momento nel quale entrò nel gruppo Bradley Nowell, che aveva appena lasciato la University of California.
Nowell era un grande appassionato di reggae e ska e introduce le note in levare all’interno del gruppo, e così il gruppo cambiò il suo nome in Sublime.
Il 4 luglio del 1988 fecero il loro primo concerto in un piccolo club californiano. I primi tempi il gruppo incontrò alcune difficoltà dovute al fatto che la loro originale miscela di punk, reggae e ska era di difficile collocazione, tanto che dovettero fondare la Skunk Records per potersi produrre.
Dopo una demo in cassetta del 1991 ” Jah won’t pay the bills”, che conterrà canzoni che poi saranno pubblicate anche in dischi successivi, i Sublime cominciano a costruirsi un ottimo seguito in California. Esce così nel 1992 “40 oz. to freedom” per la Skunki Records, un gran disco molto punk e con tanto reggae, un pò di ska e di hip hop.
Esce poi il secondo discusso disco e grande fallimento commerciale con la Mca Records “Robbin’ the hood” nel 1994, un’esperimento a tratti molto riuscito ma di difficile vendibilità di fondere punk, reggae, hip-hop e spoken words, e molto nonsense. Presto il gruppo tornò in studio per produrre il terzo disco, disco di cui il cantante Bradely Nowell, vero valore aggiunto del gruppo, non vedrà mai l’uscita dato che morì due mesi prima della pubblicazione per un’overdose di eroina lasciando un figlio molto piccolo Jakjob, in un motel di San Francisco il 25 maggio del 1996. Il terzo disco vide così la luce sulla major Mca Records come tributo a Bradley ed è un disco capolavoro, insuperato ancora oggi in ambito punk reggae ska.
I Sublime in questa pubblicazione riescono a legare in modo credibile e ballabile, punk, reggae, ska e jhip-hop e anche blues per un certo verso, il tutto legato assieme dalla magnifica voce di Bradley Nowell. Wilson e Gaugh erano una sezione ritmica di tutto rispetto, con una grande propensione per il dub, come poi mostreranno a tutti con il loro gruppo successivo The Long Beach Dub All-Stars. Il disco non ha una traccia brutta o al limite carina ma riempitiva, sono tutti capolavori a partire dal singolo trainante “What i got” che fonde benissimo hip hop e quella maniera californiana di fondere reggae e punk.
Ascoltando un pezzo a caso si è travolti dalla freschezza e dalla potenza di questo gruppo, della loro musica potente che racconta dell’America che si arrangia, dei tossici e di quello che si può fare per far star bene la gente con la propria musica. I Sublime con questo disco hanno portato ad un livello altissimo il discorso cominciato con i primi due dischi, aprendo la via a tantissimi gruppi che poi verranno dopo di loro.
Mai disco fu più figlio della California come questo, del sole, del mare, come della droga e della violenza della società e della polizia, del razzismo e della particolarità di questa terra. “Sublime” è il lascito di Bradely Nowell un cantante che oltre a possedere una voce unica sapeva interpretare molto bene le canzoni, fondendo al meglio la melodia del reggae e dello ska con l’urgenza del punk e la metrica dell’hip-hop. Era un disco che sarebbe potuto uscire solo negli anni novanta e infatti dopo quegli anni lavori così sono estremamente rari. I Sublime si sciolsero dopo la morte di Bradley, nonostante fosse arrivato un ottimo successo.
Dopo aver pubblicato dischi di inediti e live, i Sublime si riformarono nel 2009 con il chitarrista e cantante Rome Ramirez grande fan del gruppo, sotto la dicitura Sublime with Rome, producendo tre dischi di discreta fattura ma è tutta un’altra storia senza Bradley.
Nel 2023 il figlio di Bradley, Jakob ha preso il posto di suo papà con gli altri due membri originari e vedremo come andrà a finire. Difficilmente, e naturalmente dato che erano altri tempi, si ritornerà ai fasti del terzo disco, una delle cose più divertenti da ascoltare se si ama il punk, il reggae e l’hip hop, perché come i Sublime di questo disco non c’è nessuno.