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Recensione : Priest – Blue Nine

Quarto disco per l'entità musicale svedese Priest, si chiama " Blue nine" ed esce per la loro etichetta Blue Nine anch'essa.

Il pregio più notevole di “Blue nine” è il suo regalare grande soddisfazione sonora a chi lo ascolta, poiché è tutto fatto molto bene, con grandi atmosfere dark, cyborg e gotiche, ed è un disco di livello molto altro che travalica i generi, con una fortissima impronta synth.

Quarto disco per l’entità musicale svedese Priest, si chiama ” Blue nine” ed esce per la loro etichetta Blue Nine anch’essa. I Priest sono da tempo un nome di qualità nel panorama elettronico alternativo, spaziano in diversi generi e sotto generi, partendo dall’ebm per arrivare al dark synth passando per una cifra pop davvero notevole. Il centro della musica dei Priest sono i sintetizzatori che usano in maniera sapiente e con ottimi arrangiamenti.

Le canzoni del gruppo di Linköping sono sempre ben bilanciate, con una forte struttura melodica e con ritornelli che rimangono impressi, e il tutto è molto chiaro grazie anche ad una produzione di alto livello, e non poterebbe essere altrimenti dato che per questo disco hanno lavorato con Simon Söderberg, ex produttore degli altrettanto svedesi Ghost.

I Priest sono un gruppo che sa spaziare in tantissimi risvolti diversi, e questo disco ha in particolare un fortissimo retrogusto cyber misto al gotico, trattando di dipendenze, di demoni interiori ed esteriori, di distopie e di tutto quell’immaginario retro futuristico associato spesso ai sintetizzatori. “Blue nine” è un disco che cattura fin dal primo ascolto, composto con grande gusto e una certa lascivia nel fare suoni elettonici lussuriosi e ricchi. Inoltre una grande componente della loro musica è il pop, o meglio, le melodie pop, formate da linee musicali armoniche e da ritornelli che si fanno ricordare.

Non è affatto facile fare ebm synth e riuscire ad inserire elementi pop credibili nella propria musica, continuando a macinare suoni che piacciono alla comunità alternativa. Il lavoro del gruppo svedese non si rivolge soltanto alla platea alternativa o a ai seguaci della ebm e della dark synth, ma grazie ad una notevole quantità di suoni diversi è rivolto a chi ama le sonorità e le tematiche oscure. I testi parlano in maniera intelligente dei nostri demoni e della necessità di lottare ogni giorno nelle nostre oscurità, che sono le più difficili da affrontare.

Il pregio più notevole di “Blue nine” è il suo regalare grande soddisfazione sonora a chi lo ascolta, poiché è tutto fatto molto bene, con grandi atmosfere dark, cyborg e gotiche, ed è un disco di livello molto altro che travalica i generi, con una fortissima impronta synth.

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