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Recensione : Guðvangir – Slik elven renner

Slik elven renner è un lavoro decisamente valido che però, per le sue caratteristiche, è comprensibilmente rivolto a un pubblico piuttosto limitato, anche perché il misterioso Eremitt, fin dal nickname prescelto, non sembra essere molto interessato a promuovere il proprio operato, lasciando che fondamentalmente a parlare sia la sua musica, fruibile solo accedendo al bandcamp dei Guðvangir.

Negli ultimi anni stanno emergendo con una certa regolarità progetti solisti, provenienti dal Nordeuropa, che danno vita a forme piuttosto interessanti di funeral doom in cui emerge anche un approccio volto a dare risalto all’indissolubile connubio tra lo spirito e la natura incontaminata che prevale in gran parte di quelle terre.

Il nome trattato in quest’occasione è Guðvangir e arriva dalla Norvegia; l’album d’esordio Slik elven renner consta di tre lunghi brani, ciascuno dedicato a luoghi appunto significativi da un punto di vista naturalistico come lo sono le isole Lofoten (Natt i lofoten), la più lunga insenatura del paese, il Sognefjord (Morgen i sognefjord) e il parco nazionale dell’Hardangervidda (Landskapet på hardangervidda).

Dal punto di vista prettamente musicale si tratta si tratta di un funeral screziato talvolta da accelerazioni black metal ma che mantiene un’impronta prevalentemente atmosferica, grazie a ottime soluzioni melodiche; non mancano momenti in cui vengono utilizzate le clean vocals e neppure passaggi ambient drone che contribuiscono a rendere il tutto abbastanza vario anche se, allo stesso tempo, piuttosto fedele agli stilemi del sottogenere.

Slik elven renner è un lavoro decisamente valido che però, per le sue caratteristiche, è comprensibilmente rivolto a un pubblico piuttosto limitato, anche perché il misterioso Eremitt, fin dal nickname prescelto, non sembra essere molto interessato a promuovere il proprio operato tramite canali di comunicazione come i social, lasciando che fondamentalmente a parlare sia la sua musica, fruibile solo accedendo al bandcamp dei Guðvangir.

2024 – Autoproduzione

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