I My Shameful sono stati una delle realtà funeral doom finlandesi più significative tra quelle meno reclamizzate; infatti, in una quindicina d’anni di attività il progetto guidato da Sami Rautio ha pubblicato sei full length di ottima levatura, prima di chiudere la propria parabola artistica nel 2014 con lo split album The Symmetry of Grief, condiviso con i russi Who Dies In Siberian Slush.
Nel 2020 Rautio tornava a ripercorrere i luttuosi sentieri dei My Shameful con un nuovo progetto che ne era di fatto la logica prosecuzione, tanto più che a coadiuvare il leader si trovava nuovamente il batterista tedesco Jurgen Frohling, stabilmente suo partner a partire dal 2008; We Were Always Alone, prima uscita a nome Oakmord, confermava la continuità con quanto fatto in precedenza, e lo stesso si può affermare anche per l’appena rilasciato End of a Dream, opera che offre la possibilità di ascoltare il funeral doom nelle sue vesti più tradizionalmente strazianti e, allo stesso tempo, malinconiche.
L’album, che consta di quattro brani per una durata complessiva di poco superiore alla mezz’ora, si rivela un’ideale quanto sintetico compendio del sottogenere, stante il suo andamento penosamente rallentato e intersecato da laceranti melodie chitarristiche, oltre che da un’interpretazione vocale che non lascia particolare spazio a tentazioni clean.
Per quanto mi riguarda, da estimatore dei My Shameful fin dalla prima ora, Rautio è sempre stato uno degli interpreti più genuini e coerenti del funeral doom, proponendolo nella sue veste più ortodossa e senza alcun orpello né propensioni progressive o moderniste; ecco perché l’ascolto del lavoro riesce a scavare nel profondo dell’anima fino a farla sanguinare, grazie a tracce come The Mist Draws Away, My Dream Is Over, Death And The Devil e For Every Betrayal, prive come sono di alcun intento consolatorio nonostante le loro parvenze talvolta melodiche.
End of a Dream è un veleno che entra direttamente in vena, inoculato da chi, come gli Oakmord, intende palesare all’ascoltatore che il tempo di sognare è finito, riportandolo bruscamente a una più prosaica e cupa realtà.
2024 – Meuse Music Records