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Recensione : Paolo Zangara – Scusi dove è il bar ?

Un gran disco, con una bellezza che sembrava ormai dimenticata, e che Paolo Zangara riporta a galla con un lavoro impressionante per eleganza e potenza.

Paolo Zangara – Scusi dove è il bar ?

Paolo Zangara è uno strano marinaio musicale che ha solcato tantissimi mari, dalla drum and bass all’indie, dall’avanguardia al pop, cercando sempre un senso musicale a ciò che ci circonda e circondando di bellezza musicale il vuoto che sta intorno a noi.

Durante la pandemia, che per molti artisti è stata quasi una rinascita o una dannazione dipende dal destino, nasce questo progetto di Paolo, ascoltando in furgone di notte mentre torna a casa una gran pezzo jazz di Chet Baker, ” I fall in love too esaily”, un lento che ti avvolge e ti fa scaturire pensieri.

Nascono così svariate idee che sono poi confluite in “Scusi, dov’è il bar”, suo primo disco solista pubblicato da Snowdonia, una delle poche etichette italiane a fare qualcosa di davvero differente dal resto. il disco è un bellissimo viaggio in un jazz pop con vista sulla canzone d’autore di qualità, partendo dalla tradizione italiana per andare oltre, un lavoro molto ben curato e confezionato con amore e cura, avvalendosi della collaborazione di musicisti molto validi e bene guidati. Come racconta lo stesso autore il disco scaturisce dal suo interno, con una scrittura che mano a mano di faceva sempre più confortante, viva e vibrante, e tutto ciò lo si sente in tutte le tracce del disco. Paolo è un cantautore che ha visto e sentito moltissime cose, e che ha deciso di fare qualcosa di veramente suo, facendo tesoro di tutte le esperienze precedenti e non sono affatto poche.

Lo stile di questo disco è una carezza, un lenitivo per tempi davvero difficili, una giusta ricerca del bello e del calore umano e non che possiamo trovare in una canzone. Le soluzioni sonore offerte in questo viaggio sonoro sono molte e tutte molto interessanti, dal jazz classico cantato in italiano che possiede un grandissimo fascino ed è misteriosamente un genere poco attraversato, al pop fatto con maestria e saggezza.

Ecco, questo disco è come tornare a casa dopo una lunga assenza, aprire la porta, sedersi ed essendo molto stanchi si comincia a parlare in continuazione, con nessun freno perché ormai è tardi, e allora viva la sincerità e si comincia a ballare nella propria vita. Paolo si mette più che a nudo a vivo, vive e ci fa vivere tante storie, e grazie alla sua bravura canta come un Piero Ciampi che sia ancora fra noi. “Scusi, dov’è il bar” è come stare per davvero al bar, quel luogo dove le nostre esistenze si compenetrano, estensione di una casa di tutti, fine della piazza e inizio delle chiacchiere e dei fatti, presidio di vita, di bellezza e di bruttezza.

Un gran disco, con una bellezza che sembrava ormai dimenticata, e che Paolo riporta a galla con un lavoro impressionante per eleganza e potenza.

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