Sono passati dodici anni dall’esordio discografico dei pugliesi AcomeandromedA, ritornati ora con questo “Omissis” pubblicato dall’etichetta collettivo Dischi Uappissimi già casa di Checco Curci, Leland Did It, Lazzaretto. Il suono degli AcomeandromedA è una ricerca musicale che non conosce fine, arriva su disco ma è prontissima a ripartire subito andando a trovare riparo in una nuova casella del firmamento musicale fino ad allora mai visitata.
Nel loro lavorio musicale si possono ascoltare echi e riverberi dei Notwist, i migliori Bluvertigo, elettronica, indie e progressive. Nel suono degli AcomeandromedA non c’è lo spazio per l’imitazione o il pressapochismo, si cercano e si dipingono forme complete, suoni che ti entrano dentro e ti fanno stare bene, con testi in italiano che non lasciano nulla al caso.
I testi del gruppo pugliese non sono mai invasivi, ti cullano e ti parlano pacatamente anche degli argomenti più difficili, ti scavano dentro in compagnia magari di un sax come in “Tina”, e ci sono molto altri esempi così in questo disco. Le loro canzoni spesso partono ad una maniera, per poi muoversi sinuosamente in un’altra, per poi arrivare a mondi musicali lontani anni luce dalla melodia di partenza, il tutto con molta nonchalance. Infatti una delle cose che colpisce di più di questo disco è la totale consequenzialità delle scelte musicali, il tutto parte da presupposti lontanissimi per poi amalgamarsi assieme in una maniera incredibile e e bellissima.
La pace del tormento qui raggiunge una sublimazione musicale e tutto muta per essere compreso ad un livello più interno, più forte e maggiormente sentito.
Gli AcomeandromedA sono un gruppo spaziale nel senso di cosmico, etereo e senza patria musicale, sono un ensemble musicale che ti fa alzare la testa e fantasticare, una luce che passa sopra di te ma che ti colpisce dentro, un qualcosa di fantastico e di appagante, un senso di inquieta completezza, un senso di antico e di moderno al contempo, un suono originalissimo che si fonde perfettamente con la voce, e la magia c’è ancora.