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Recensione : The Queen Is Dead Volume 116 – Elder, Ruff Majik

Benvenuti in un viaggio che ci porterà dalla psichidelia pesante eppur dolcissima degli Elder all'hard rock melodico dei genovesi Beautiful Loser, per terminare nel calderone magico dei sudafricani Ruff Majik.

Benvenuti in un viaggio che ci porterà dalla psichidelia pesante eppur dolcissima degli Elder allcalderone magico dei sudafricani Ruff Majik.

Elder

Gli studi della BBC di Maida Vale sono un luogo dove sono passati molti gruppi e solisti che vi hanno registrato bellissimi concerti in studio finiti poi su disco, e questa volta è il turno degli americani di stanza ormai a Berlino da anni, gli Elder.

Il disco è stato registrato il 16 agosto 2023 e  si intitola “Live at BBC Maida Vale Studios” ed esce per la Stickman Records. Il gruppo è in giro da anni ed è uno dei maggiori ensemble di hard prog e psichedelia pesante, e nel corso degli anni grazie ai suoi dischi si è fatto un pubblico molto affezionato e fedele, un manipolo di fedeli della musica pesante e visionaria che qui trovano oro argento e mirra. Gli Elder coprono in maniera molto peculiare e strettamente originale lo spetto sonoro che va dallo stoner al prog duro, dall’hard rock visionario alla psichedelia che proviene direttamente dagli anni settanta.

Una peculiarità molto importante del gruppo è la capacità di fare tutto in maniera molto personale, e ciò lo si desume molto nettamente da queste tre canzoni in versione live, dalla prima “Merged in dreams – Ne plus ultra”, passando per “Lore” per poi arrivare alla finale “Thousand dreams” è il risultato è strabiliante. Il quartetto è un odi quei rarissimi gruppi che riesce a connettersi in maniera profonda con i nostri neuroni e gli crea un mare di stimoli e di endorfine, cavalcando il tumulto per creare un ordo ab chao piacevolissimo e molto terapeutico.

Come in un giardino con un labirinto in questi tre brani gli Elder ci portano a curvare con loro, scappando su di un tappeto magico per vedere tutto dall’alto, in una posizione che non conosce dolore, trovando rifugio nella bellezza di una nota che porta scompiglio e pace al contempo.

Il cantato si fonde benissimo con la musica, in una marcia senza fine verso un’altra consapevolezza della psichedelia pesante, un unicum che potete trovare solo qui. Trasmissione radiofonica che è praticamente un concerto, punto di entrata per chi non conoscesse gli Elder e nuova pietra miliare per chi ama perdersi nel loro mare.

 

RUFF MAJIK

I sudafricani Ruff Majik sono uno di quei gruppi che fortunatamente spiazzano continuamente l’ascoltatore con la loro musica difficilmente catalogabile, e lo fanno ancora di più con questo loro quarto disco ” Moth eater” per la Sound Of Liberation di Matt Vandeven già nei My Sleepoing Karma organizzatore del Desertfest di Berlino.

Il disco è un potentissimo concentrato di hard rock, stoner, nouvelle vague sudafricana e vaga fra l’essere il miglior disco dei Guns’n’Roses degli ultimi venti anni, una nuova e bellissima versione dei Jane’s Addiction, una botta di grunge smembrato e sparso qui e là, funk e tantissimo altro. Dentro “Moth eater” ogni cosa è diversa da quella prima e da quella che verrà dopo, prendiamo per esempio “Ingozi” con la sua intro afro di tamburi e poi un hard funk alla primi Red Hot Chili Peppers con la comparsa di Sun Ra Arkestra, e questo solo in una canzone.

Questo gruppo aveva già ampiamente stupito con i suoi dischi precedenti ma questo è un deciso e potente passo in avanti, anzi una rincorsa verso l’alto attraverso una musica ricolma e gocciolante di cose notevoli e meravigliose.

Lo spirito di questo disco è quello della scoperta, del viaggio verso lidi sconosciuti, e non importa tanto la destinazione quanto l’andare verso l’ignoto. I Ruff Majik sono un gruppo di una ricchezza musicale unica e strabordante, incontenibili ed indefinibili, portatori sani di quello spirito anni novanta quando si facevano dischi nei quali tutto era ancora possibile, e non già definito dalla copertina o dalla definizione dei generi in esso contenuti. Stordente, magico e sciamanico, ce n’è per tutti i gusti.

 

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