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Recensione : The Queen Is Dead Volume 117 Epic Down, Endonomos, Vast Pyre

Viaggio nelle tenebre di alcuni mondi lontani e vicini, sludge doom, stoner e psichedelia pesante partendo dai tedeschi Epic Down, poi con il death doom degli Endonomos e finiamo con il devastante debut

The Queen Is Dead Volume 117 Epic Down, Endonomos, Vast Pyre

Viaggio nelle tenebre di alcuni mondi lontani e vicini, sludge doom, stoner e psichedelia pesante partendo dai tedeschi Epic Down, poi con il death doom degli Endonomos e finiamo con il devastante debut

EPIC DOWN

Disco di debutto per il duo tedesco Epic Down, il titolo è “ Days of oblivion” ed esce per Argonauta Records. Il gruppo proviene da quella che era la Ddr, e più precisamente da Lipsia, e propone uno sludge doom molto profondo e pesante. I toni si abbassano, le accordature delle chitarre diventano litanie taglienti, i giri di chitarra scandiscono le rivoluzioni del gruppo intorno ad un suono tenebroso e massiccio, che ha al suo interno molte melodie davvero azzeccate.

La formula sonora è quella dello sludge più vicino al doom, o se si preferisce, del doom più incline allo sludge. Il risultato sonoro è assai notevole, una perfetta colonna sonora per questi empi bui, perché non dobbiamo raccontarci bugie, quelli che viviamo sono tempi assai brutti e pesanti, dove la nostra danza consumistica sull’orlo del vulcano ci sta consumando, e presto o tardi finiremo nella lava. Gli Epic Down descrivono molto bene tutto ciò, attraverso una musica pesante che non ha paura di far sentire e vedere le cose come stanno, nella loro crudezza e verità. Fortissimo immaginario apocalittico e post apocalittico, con un suono che cresce sempre e non smette mai di girare.

Disco molto piacevole di un doom molto differente da quello che si sente in giro, fortemente influenzato dallo sludge attraverso ottime trovate sonore, da tuffarsi con loro senza guardarsi indietro.

ENDONOMOS

“Endonomos II – Enlightenment “ è il secondo disco degli austriaci Endonomos su Argonauta Records, dopo il debutto omonimo del 2022 sempre con l’etichetta di Arenzano. Il suono del gruppo austriaco è un monolitico ed incessante doom metal con molte influenze death ed un alto tasso di epicità al suo interno. Già dal disco di debutto si erano fatti conoscere come un gruppo che aveva un suono possente e chilometrico, e qui confermano tutto e anzi, portano il discorso ancora più avanti.

La produzione è ottima e mette in risalto l’incedere del gruppo, come una tribù noame che avanza fra deserto e boschi e in un’era non meglio conosciuta sotto al luce di tre soli, dove gli dei sono tornati sulla terra, o forse la terra è andata dagli dei. La capacità degli Endonomos di coniugare al meglio un doom molto potente con elementi del death e con melodie bellissime è un qualcosa che non si trova molto spesso, e ascoltando questo disco si capisce molto presto di trovarsi davanti ad uno dei migliori dischi doom death dell’ultimo periodo e non solo.

Bellissima la traccia “Hostile” che vede come eccellente ospite alla voce Daniel Droste degli altrettanto doom death Ahab. Un lavoro che penetra a fondo della natura umana e fluttua fra brandelli di carne e stelle infinite, nell’eterna lotta umana fra finito ed infinito, fra padroni e libertà.

Eccellente.

VAST PYRE

Il debutto omonimo dei tedeschi Vast Pyre su Octopus Rising, nuovo progetto dell’Argonauta Records, è uno dei dischi più devastanti nel campo della musica pesante degli ultimi tempi.

Nati alla fine del 2021 come duo per fare jam sessions sulle tracce degli Electric Wizard, Sleep e simili, il gruppo riesce addirittura a superare in alcuni ambiti i gruppi sopracitati e non è un’esagerazione, questo disco contiene il fuoco sacro del doom stoner più basso e profondo, più dilatato e psichedelico, rimettendo all’indietro le lancette per recuperare e sviluppare un suono che porta alla pazzia. I Vast Pyre si sono concentrati moltissimo nella produzione di questo disco e questo aspetto lo si coglie molto bene, dato che ogni nota è studiata e non è casuale.

L’effetto globale è molto immaginifico ed è un detonatore per la fantasia di chi ama aggirarsi in spazi mentali tenebrosi ed oscuri. Il disco è ricolmo di cose notevoli, ogni canzone è una discesa negli abissi della musica distorta e pesante, uno schiudersi di nuovi mondi e sensazioni. “Vast pyre” è uno di quei pochi dischi epifanici che ti fa cogliere la profondità di visioni di chi lo ha fatto, scatenando negli ascoltatori una sequela di sensazioni uniche e bellissime.

La immaginifica copertina spiega benissimo la portata di questo disco, che appartiene ad un pianeta differente rispetto al nostro. Non c’è fretta, tutto monta al momento opportuno, per un risultato di qualità molto alta, con riferimenti musicali che vanno dagli dei Black Sabbath agli High On Fire, passando per Sleep, Om ed Electric Wizard, ma i Vast Pyre sono una storia a parte, siamo agli inizi hanno già scavato un solco.

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