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Frontiere Sonore Radio Show #13

Frontiere Sonore Radio Show #13

In studio Deca e Simone, regia Massimo. Ascolteremo Analog Africa, Crystal Phoenix, Jamaican Jazz Orchestra, Distant Relatives e molto altro!!

Presentiamo :

01- 1186- Histeria

I 1186 si sono formati a Bogotà, in Colombia, all’interno dello spettro dei Rat Trap (casa d’arte controculturale) con membri di Ataque Zero, Trampa e Fatal con molteplici influenze di gruppi punk e post punk finlandesi/britannici. Dopo un paio d’anni di spettacoli, abbiamo deciso di registrare il nostro primo album negli Epia Studios di Santiago Gonzalez nel 2023 e di recente abbiamo completato il master quest’anno.

03- Distant Relatives – On My Own

I Distant Relatives from Leipzig emergono dal crepuscolo e scagliano un monolite di post-punk e death rock contro tutta la mediocrità che ha recentemente colpito il genere.

04- Crystal Phoenix – 474 Anno Domini

05- Telesatan – cut n slice

Leipzig, Germany. sette pollici su Phantom Records. https://phantomrecords.bandcamp.com/

06- Diar Storm – Outsider Girl

07 – Jamaican Jazz Orchestra – Brain Freeze

La Jamaican Jazz Orchestra (JJO) è un collettivo di talentuosi musicisti jazz con una missione: trovare la perfetta armonia tra jazz e reggae. Sotto la guida creativa del chitarrista, compositore e leader della band Wouter Rosseel (noto per le collaborazioni con leggende come Lee ‘Scratch’ Perry, The Congos e Pura Vida), il gruppo crea un suono distintivo in cui i groove del reggae incontrano lo spirito improvvisativo di jazz. Immagina l’energia contagiosa di Ernest Ranglin, i ritmi senza tempo degli Skatalites e il virtuosismo di Monty Alexander. L’8 gennaio 2025 uscirà il loro nuovo EP “All for a Reason”. Con la loro miscela unica di stili, la Jamaican Jazz Orchestra continua a spingersi oltre i confini, offrendo una fusione vibrante che sembra allo stesso tempo autentica e piacevolmente moderna.

08- Gnonnas Pedro & His Dadjes Band – Dadge Von O Von Non “83”

Da ormai un decennio, la seminale etichetta Analog Africa di Samy Ben Redjeb ha portato alla luce il meglio sia degli esplosivi passi strascicati che degli ipnotici tesori africani. Ha ottenuto più di molti altri nel celebrare il ricco e diversificato patrimonio di un continente molto incompreso e trascurato. Samy non ha risparmiato nulla nella sua ricerca di dischi autentici e illuminanti. Il suo stile di vita e la serie di vari lavori – da un soggiorno Life Aquatic come istruttore subacqueo in Senegal a un periodo come assistente di volo Lufthansa lungo l’arco Lagos-Addis Abeba-Accra e oltre – sono stati tutti incentrati sulla passione per lo scavo di casse. Seguendo le tracce attraverso l’Atlantico, il “melting pot colombiano” Diablos Del Ritmo si distingue, anche in questo catalogo di album essenziali, come una raccolta di brani intrisi di afrobeat, Puyu, Cumbiamba e funk caraibico passati attraverso il vorace porto colombiano di Barranquilla. Arrivando prima attraverso la tratta degli schiavi sudamericana e poi attraverso la rotta commerciale di scambi reciproci tra i due continenti, gli stili sfaccettati e la vivacità dell’Africa penetrarono e si diffusero ovunque. Questa influenza africana arrivò fino a Quilombos, l’insediamento fondato in Amazzonia da schiavi africani fuggiti, con il turbolento suono carnevalesco incrociato di Siriá.

09- The Movers – give five or more

Ho scoperto i The Movers durante il mio primo “safari da record” nel 1996. La mia destinazione era Bulawayo, nel sud dello Zimbabwe, e per arrivarci dovevo passare da Johannesburg. Mentre ero in città mi sono fermato in un negozio chiamato Kohinoor, alla ricerca di Mbaqanga – noto anche come Township Jive – e ho trovato alcune cassette che ho ascoltato ininterrottamente sull’autobus che mi ha portato nella terra della musica Chimurenga. Una di queste cassette includeva le canzoni “Hot Coffee” e “Phukeng Special” che sono diventate subito parte della mia vita quotidiana. Venticinque anni dopo mi sto ancora appassionando a loro. Quello che non sapevo a quel tempo era che i Movers avevano avuto un enorme successo negli anni ’70; quindi quando è arrivato il momento di pubblicare parte della loro musica, ho pensato che sarebbe stata “una passeggiata nel parco” per rintracciare informazioni su di loro e scrivere la loro biografia. Mi aspettava un brusco risveglio. Nonostante il loro status leggendario, non c’erano quasi informazioni disponibili sulla band o sui suoi membri.

10- Velvet Vega – We’ll Never Get Back

 

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