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Recensione : The Queen Is Dead Volume 141 – Jahtari Dubbers Volume 5, Torpedo Torpedo, Intensive Care + The Body

Immergiti nel "Jahtari Dubbers Volume 5" e lasciati trasportare dalle vibrazioni del digital reggae. Non perdere Torpedo Torpedo e il duo Intensive Care + The Body!

The Queen Is Dead Volume 141 - Jahtari Dubbers Volume 5, Torpedo Torpedo, Intensive Care + The Body

JAHTARIAN DUBBERS VOLUME 5

La tedesca Jahtari Music è una fra le principali netlabel mondiali di riferimento del digital reggae, quella branca moderna della musica in levare nata negli anni ottanta e che vive ancora molto bene ai giorni nostri, seppur in una bella nicchia. La netlabel nasce nel 2004 per mano del tedesco Jan Gleichmar che comincia a produrre digital reggae, a far uscire cose inedite e anche mixtape, come argomento musicale un reggae fatto esclusivamente con il computer, che prende le mosse dalle prime note in levare fatte con le macchine negli anni ottanta. Qui ovviamente si va oltre quel digital reggae, e lo si riporta in chiave moderna, focalizzandosi oltre che sul reggae, anche sul dub. In questo ambito, fra le molte uscite viene iniziata una serie di compilation digital dub intitolate “Jahtari Dubbers”, e questo che abbiamo nelle orecchie è il “Jahtari dubbers Volume 5”, la prima nuova raccolta della collana negli ultimi dieci anni.

In questo quinto episodio della serie ce n’è per tutti i gusti, dal dub più oltranzista e pompato, al digital reggae melodico e anche più secco. Il digital reggae e dub è qui al suo meglio, e in queste tracce avviene la totale transmutazione dell’incontro fra i computers e il ritmo in levare, ed è qualcosa di assolutamente notevole, sempre fresco e assai creativo.

Ci si può facilmente perdere nei meandri di questo suono, fra le onde digitali in levare che salgono in una marea impetuosa e difficile da fermare, un qualcosa che cattura mente e cuore, e non si può scappare. La raccolta, che è in free download sullo splendido sito Jahtari, ma che è disponibile anche in forma fisica, è un viaggio caldo e al contempo digitalmente freddo nel meandri di computer che fumano ganja, di note che si gonfiano partendo da lontano, dub che diventa un segnale rivolto verso lo spazio, e codici binati che prendono vita in spirali di note in levare. La musica di questa raccolta nasce tanti anni fa, ma qui è in canale futuristico che la porta in giro per l’universo, ascoltate Speng Bond con “Wha mek” per potervi minimamente fare un’idea. Un graditissimo ritorno di una navicella che si pensava perduta nello spazio.

Una menzione speciale per il musicista ed attivista Dave Watts ,che apre la raccolta con un suo bellissimo brano dal titolo “The loop jerk”, e che è mancato nel 2024.

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TORPEDO TORPEDO

“Arrows of time” per la Electric Fire Records è il nuovo disco degli austriaci Torpedo Torpedo. Il gruppo austriaco produce la sua seconda uscita discografica, dopo l’esordio “The Kuiper belt mantras” uscito nel 2022 e che avevamo già recensito in questa rubrica. L’opera seconda dei Torpedo Torpedo continua per la strada tracciata con l’esordio discografico, anzi, per meglio dire la rotta tracciata, dato che qui si naviga spessissimo in traiettorie sconosciute, sempre avanti e mai indietro.

Il tono musicale è ribassato, i nostri partono dallo stone dei Kyuss e dalla spazialità dei primi Monster Magnet per costruire un loro proprio universo musicale, psichedelico e assai fertile. Il trio austriaco, e per vostra informazione la scena musicale di psichedelia pesante austriaca non è affatto male come testimoniato dalla Weedian con la raccolta “Trip to Austria”, ci apparecchia un viaggio cosmico di rara potenza che sussurra impetuosamente nelle nostre orecchie, ed arriva immutato nel nostro cervello, dolcemente distopico, distorto e molto, molto caldo e liquido.

Come già ascoltato nel loro esordio, questo gruppo possiede il passo differente dei gruppi musicali più notevoli, quel saper tenere incollato alla propria musica l’ascoltatore, facendolo stupire e sognare come ad esempio nella bellissima traccia “Templates of Utopia”, pezzo che racchiude al suo interno l’intero scrigno delle ricchezze musicali del gruppo.

Distorsioni che producono sogni e visioni, il tutto con calma, come un acido che sale lentamente ed in maniera diffusa, grazie anche al canto speciale di David Hüttner, lasciando spazio nel vero senso del termine, non per sconvolgere ma per elevare. Un disco da meditazione, e da sogno, suonato e composto molto bene, coinvolgente e pesantemente psichedelico.

 

INTENSIVE CARE + THE BODY

 

“Was i good enough ?” è il frutto discografico su Closed Casket Activities di una collaborazione fra il duo di Toronto The Intensive Care e il duo di Rhode Island The Body.

L’idea di unire le forze per creare una chimera musicale era nato durante un tour nel 2018, ma poi per i vari impegni dei quattro era stato sempre procrastinato. Fra i due gruppi vi era sempre stata una grande ammirazione ed un mutuo rispetto, riconoscendo anche il loro amore per la musica pesante, e qui di musica pesante ne abbiamo tantissima, e di ottima qualità. Trascendendo i generi ed i sottogeneri, i due gruppi producono un disco che è la perfetta colonna sonora di questi tempi nei quali viviamo, claustrofobici, bassi e dominati rumorosamente dai computers. Il disco è stato prodotto seguendo un ritmo tipico dell’hip hop underground, ovvero il chopped and screwed, l’arte di mettere assieme loop e altri suoni come fosse un collage, dove i The Intensive Care e i The Body hanno aggiunto ognuno il loro pezzetto per fare un suono più ampio, un rituale che parte dall’industrial e arriva all’hip-hop dissezionato e spolpato in un minimalismo di suoni e di violenza morale, con vibrazioni basse e temi da serial killer, come “ 7 unwanted”.
Ci sono esplosioni, voli radenti, cadute da altezze incommensurabili e da due centimetri di altezza, per un disco che si inseri

sce nella migliore corrente rumorista possibile, dove i suoni impazziscono e non tornano più a casa, continuando a vagare liberi e mortali, feriti e sotto le tenebre. Ci sono le stimmate di entrambi i gruppi e c’è anche molto di più, un esplorarsi a vicenda, scoprendo di essere perfettamente compatibili e sovrapponibili musicalmente, due meravigliose macchine di morte. Oltre i Techno Animals e gli Aesop Rock questo è quasi un disco hip hop di un universo parallelo, possibile e fattibile, ma completamente differente dal nostro, ma c’è quel senso di ritmo smarrito, chopped and screwed.

I The Body hanno dato inizio a questo disco che è stato poi completato dai The Intesive Care, per un risultato pesantissimo e meraviglioso, musica pesante libera e totalmente minimale e cattivissima, con una struttura hip hop, l’hip hop che potrebbero suonare i Sunn O))) imprigionati in un’altra dimensione. Capolavoro di due grandissimi gruppi che insieme si superano.

 

 

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