Il doom proposto del trio proveniente da Metz è collocabile nell’ambito tradizionale del genere e denota un orientamento verso sonorità vicine ai Candlemass arricchite da una certa vena epicheggiante.
E’ innegabile che la magia del doom sia racchiusa nella sua capacità di autorigenerarsi, anche quando, oggettivamente, i temi proposti sono in fondo gli stessi ormai da decenni; nonostante questo, quasi in ogni nuova uscita vengono esibiti passaggi evocativi che traggono linfa dalle radici stesse del genere, rendendo comunque speciale ogni produzione che riesca ad anteporre l’amore per il genere a qualsiasi altro aspetto.
Rise Again, invero, apre il lavoro in maniera non proprio convincente, rivelandosi un brano piuttosto ordinario nel quale peraltro il buon Jeff mostra qualche pecca nell’interpretazione vocale; Three Winters Of War rimette subito le cose a posto esibendo ritmi cadenzati, contrassegnati da un riffing roccioso e incisivo e rivestiti di un influsso epico che porta i Surtr a lambire territori non distanti dai nostri Doomsword.
Sonic Doom è un altro buon episodio che risente del forte influsso del doom di scuola scandinava, così come la successiva The Call, brano che si distingue comunque per la sua varietà ritmica, alternando cadenze plumbee ad accelerazioni ritmiche improvvise.
Rebellion si distingue per le atmosfere evocative costituendo l’ideale introduzione del brano migliore del lotto, I Am The Cross, dove Jeff sfodera un growl all’altezza della situazione (tanto che mi permetterei di consigliargliene un utilizzo più frequente) e perfettamente inserito in un contesto che, almeno per la parte iniziale, è quasi di stampo death-funeral per liberarsi nel finale in una bella e ritmata cavalcata chitarristica.
Fred Karno’s Army chiude degnamente un album che riserva le cose migliori nella sua seconda metà ma che, nel complesso, risulta più che soddisfacente.
I Surtr sono una band giovane, proveniente da una nazione come la Francia dove il metal trova terreno fertile in altri suoi sottogeneri ma certo non nel doom più classico, e tutto questo, assieme a qualche imperfezione che oggettivamente non appare certo irrimediabile, fa intuire buoni margini di progresso per il trio transalpino.
Pulvis Et Umbra non è, quindi, un disco epocale, ma merita senz’altro l’attenzione da parte degli appassionati di questo tipo di sonorità.
Tracklist :
1. Rise Again
2. Three Winters of War
3. Sonic Doom
4. The Call
5. Rebellion
6. I Am the Cross
7. Fred Karno’s Army
Line-up :
Jeff Maurer – Vocals, Guitar
Julien Kuhn – Bass
Regis Back – Drums
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