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Recensione : Appino – Il Testamento

Andrea Appino, già cantante degli Zen Circus, debutta, in compagnia di molti colleghi e amici (Giulio Ragno Favero, Franz Valente, Enzo Moretto, Rodrigo D'Erasmo, ecc...) con il suo primo album solista. Il lavoro, Il Testamento, incentrato su almeno tre tematiche (la famiglia, il proprio ego, la schizofrenia), si compone di quattordici brani a metà tra folk, hard rock e alternative rock.

Il violino de Il Testamento (presto accompagnato da chitarre e batteria) costruisce un lungo ed empatico crescendo in grado di coinvolgere ed appassionare (il brano si ispira alla vicenda di Mario Monicelli), introducendo sia l’album che quel pugno allo stomaco che è la successiva Che Il Lupo Cattivo Vegli Su Di Te (ipnotica, aggressiva e viscerale). Passaporto, partendo dalla sacralità dell’organo, si avvicina molto a quanto fatto dal cantante con la sua band principale, mentre Specchio Dell’Anima, ben più spigolosa e pungente, travolge con il suo nervosismo a denti stretti (in grado di esplodere su territori hard rock/industrial). Il pop veloce e leggermente sporcato di Fuoco! apre al cullare con parole amare de La Festa Della Liberazione (ballata folk giocata su atmosfere calde e rilassate) e alle melodie da carillon deviate su grassi ritornelli di Questione D’Orario.
Fiume Padre, invece, con il suo spensierato e vivace scalciare, si contrappone alla forza tellurica di Solo Gli Stronzi Muoiono (sonorità cupe e incisive, incursioni elettroniche, ritornelli in stile Marilyn Manson), lasciando che a proseguire siano la drammatica (ma delicata) I Giorni Della Merla e l’accattivante scorrere di Tre Ponti.
Godi (Adesso Che Puoi), infine, morbida e timida, ci trasporta fino alle rive della folle Schizofrenia (introduzione morriconiana, evoluzione hardcore) e al crepuscolare scorrere (in crescendo) di 1983.

A causa della massiccia promozione fatta, le aspettative riguardo a questo debutto erano decisamente alte, ma il risultato finale, purtroppo, non riesce a mantenere quanto promesso. Sia chiaro, la qualità in queste quattordici canzoni c’è tutta (buoni testi, arrangiamenti interessanti, registrazioni molto curate), ma le idee geniali in grado di far fare il passo decisivo all’intero lavoro stentano a mostrarsi. Insomma, un buon lavoro, ma di certo non il capolavoro che ci era stato preannunciato.

Tracklist:
01. Il Testamento
02. Che Il Lupo Cattivo Vegli Su Di Te
03. Passaporto
04. Specchio Dell’Anima
05. Fuoco!
06. La Festa Della Liberazione
07. Questione D’Orario
08. Fiume Padre
09. Solo Gli Stronzi Muoiono
10. I Giorni Della Merla
11. Tre Ponti
12. Godi (Adesso Che Puoi)
13. Schizofrenia
14. 1983

Line-up:
Andrea Appino
Giulio Ragno Favero
Franz Valente
Enzo Moretto

APPINO – pagina Facebook

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