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Recensione : Jacco Gardner – Cabinet Of Curiosities

Proprio io, che qualsiasi cosa mi si presenti con l'aggettivo barocco la vomito prima di ingurgitarla. Che, a volte, riesco a trovare stucchevoli persino i Beach Boys. Che la perfezione formale proprio non mi garba, preferendole di gran lunga il gracchiare acido e rumoroso delle chitarre. Ecco, insomma, io. Io che provo a recensire questo disco qui. E mi garba pure.

Lui, Jacco Gardner, è un polistrumentista olandese di appena ventiquattro anni con il guizzo della psichedelia e del pop barocco. Lei la Trouble In Mind Records, un’etichetta che presumo non abbia bisogno di presentazioni. Un connubio perfetto che dà alla luce un album altrettanto perfetto, conturbante mix di psichedelia barrettiana e sensibilità pop wilsoniana, un album pregno di un’estetica barocca tirata a lucido e scarnificata ogni oltre possibile immaginazione. Orchestrale (il disco è stracolmo di suoni, provenienti da strumenti collezionati e poi suonati interamente dal buon Jacco) ma allo stesso tempo secco, preciso e crudamente pop. Una collezione di pezzi che viaggia su linee melodiche e perdizione acide che riportano alla fine degli anni ’60, trattate con una vena teatrale e fiabesca che solo i migliori Jennifer Gentle prima di loro: il tutto senza stonare neanche un po’. Senza risultare derivativo, pur essendolo profondamente. Cabinet of Curiosities è un’accozzaglia di potenziali singoli da suonare in radio, pezzi da ascoltare durante le tranquilli quanto afose e inutili giornate estive, mentre fumate uno spino e sorseggiate un succo di pesca seduti per terra sotto l’agognata ombra di un albero secolare. Una roba per hippie consumati, insomma, ma che riesce ad attrarre persino chi hippie non lo è stato mai (il sottoscritto). E a donargli una tranquillità interiore che “portami via”.
Tra momenti più marcatamente pop (Clear The Air, Chameleon) e recrudescenze psichedeliche lasciate a decantare nelle lande western di un Morricone qualsiasi (Where Will You Go), folk psichedelici da funerale (Watching The Moon) e fantasie wilsoniane con tastiere saltellanti e orchestrazioni dark (The Riddle), psych ballads d’autore (Help Me Out, Summer’s Game) e amori kinksiani (The Ballad of Little Jane) il gabinetto delle curiosità ci rivela una scrittura pop sopraffina che sa affascinare ed ammaliare come poche altre in giro. Grande esordio!

Tracklist:
1. Clear The Air
2. The One-Eyed King
3. Puppets Dangling
4. Where Will You Go
5. Watching The Moon
6. Cabinet of Curiosities
7. The Riddle
8. Lullaby
9. Help Me Out
10. Summer’s Game
11. Chameleon
12. The Ballad of Little Jane

JACCO GARDNER – pagina Facebook

Trouble In Mind Records

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