Nel mondo ci sono derby come quello di Glasgow fra Rangers e Celtic, dove scendono in campo la religione e la politica, quello tra River Plate e Boca Juniors, due modi diversi di intendere Buenos Aires, quello tra Roma e Lazio, una resa dei conti in salsa romana, quello tra Galatasaray e Fenerbahce per la supremazia di Instanbul, e tanti tanti altri. Ma a Genova è diverso. E non lo dico da genoano strettamente osservante, ma perché a Genova c’è un’atmosfera particolare. Genova è talmente piccola, rispetto ad altre città, che genoani e sampdoriani sono una scissione dello stesso atomo in due parti separate e ben distinte, s’intenda. Questo libro è una delle migliori testimonianze di cos’è stato e di cos’è il derby. I due giovani autori dipanano l’immenso romanzo del derby genovese dai primi del novecento fino ai giorni nostri, usando una scrittura chiara e molto piacevole. Il libro ti cattura e lo finisci, nonostante sia di 378 pagine, in una giornata o poco più. Arveda e Brighenti, entrambi giornalisti e in più fotografo il primo, scavano nella memoria comune della passione genovese per il calcio che si declina in due parole : Genoa e Sampdoria. Si parte dai primi derby giocati tra Genoa e Andrea Doria, la società di ginnastica che poi fondendosi con la Sampierderanese darà vita alla Sampdoria. I due autori parlano del derby, ma in realtà trattano della passione calcistica a Genova, e lo fanno con competenza e passione, riportandoci indietro nel tempo, quando c’era un calcio migliore, e svelandoci quella passione popolare che è il calcio. Questo sport non dovrebbe essere solo interessi e politica, ma dovrebbe ambire a tornare quello che è: un gioco popolare, dove la tua squadra del cuore rappresenta sentimenti e valori condivisi. E questo sono Genoa e Sampdoria per i loro tifosi, due sentimenti e due modi di intendere il calcio e Genova, opposti ma vicinissimi. E domenica ci sarà un altro derby, un’altra domenica di sofferenza e d appartenenza, e magari non ci sarà bel gioco (ma com’è possibile in un derby cercare l’estetica ?) ma il derby è il derby, e questo libro lo spiega benissimo.