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Recensione : Eibon – I I

Ascoltare una band come gli Eibon significa possedere quella punta di masochismo, insita nel DNA degli appassionati di doom, sludge e dintorni, capace di trasformare la sofferenza in piacere.

Ascoltare una band come gli Eibon significa possedere quella punta di masochismo, insita nel DNA degli appassionati di doom, sludge e dintorni, capace di trasformare la sofferenza in piacere.

II è l’ennesimo viaggio tormentato verso una fine che non prevede atti di pietà né conforti religiosi: per testare la soglia di dolore dei propri ascoltatori i parigini, se da una parte accorciano relativamente la durata complessiva, dall’altra convogliano la loro estrema e ferale miscela in due soli brani di circa venti minuti ciascuno.
La voce di Georges, che ben rappresenta il mix di rabbia e disperazione di chi non vedrà mai la luce in fondo al tunnel, lascia opportunamente ampi spazi a passaggi di corrosiva ferocia alternati a rallentamenti che rendono l’atmosfera rarefatta e venefica come quella di un pianeta privo di ossigeno. L’ottimo lavoro alla batteria da parte di Jérôme contribuisce a fornire al sound degli Eibon un sufficiente dinamismo, evidenziato maggiormente nella seconda traccia Elements Of Doom, decisamente più movimentata se non si contemplano i sette minuti finale di puro ambient, rispetto a The Void Settlers che, al contrario, si srotola nella parte iniziale con ammorbante lentezza per lanciarsi poi in una seconda parte molto più ritmata e contrassegnata da un tetro mood psichedelico.
Ma, in fondo, questa seconda fatica su lunga distanza degli Eibon va solo ascoltata, le parole possono servire solo a fornire un’idea alquanto vaga del suo contenuto: date una possibilità a questa ottima band transalpina.

Tracklist :
1. The Void Settlers
2. Elements of Doom

Line-up :
Stéphane Rivière – Bass
Jérôme Lachaud – Drums
Max Hedin – Guitars
Georges Balafas – Vocals
Guillaume Taliercio – Guitars

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