Secondo album per i pisani Disbeliever, alle prese con un gothic metal di buona fattura per quanto, in molti frangenti, fin troppo devoto ai loro numi tutelari Paradise Lost.
Nel parlare di un lavoro che presenta tali caratteristiche, se da una parte non si può fare a meno di rimarcare quanto la sua originalità sia molto vicina allo zero, dall’altra è doveroso evidenziare come The Dark Days non esca affatto malconcio dal confronto con i maestri inglesi.
Da fan della prima ora di Mackintosh e soci credo che, se dovessi togliere due dischi dalla produzione dei Paradise Lost, questi sarebbero “Host” e “Believe In Nothing”, che sono proprio quelli a cui maggiormente attingono i Disbeliever a livello di ispirazione; detto questo, si potrebbe pensare che il responso sull’operato della band toscana sia del tutto negativo ma non è affatto così.
In realtà ho sempre faticato ad accettare che “Host” fosse stato composto dalla stessa band che aveva dato alla luce capolavori come “Shades Of God” o “Draconian Times”, ma non trovo nulla da eccepire se quelle stesse sonorità vengono riprese con gusto e competenza da qualcun’altro che le ha fatte proprie da subito, ed è per questo motivo che preferisco ascoltare una Ordinary Way composta dai Disbeliever piuttosto che la “Ordinary Days” dei Lost …
Oltre a questo brano, per il quale i nostri hanno girato anche un video, spiccano all’interno della track-list anche la ritmata Unreal e la più riflessiva The Last One, ma i quranta minuti di The Dark Days scorrono via in maniera davvero piacevole e la sensazione di già sentito è ampiamente mitigata dalla notevole qualità media dei brani; una menzione speciale va a Luis McFadden, autore di prestazione vocale degna del suo naturale modello Nick Holmes, ma in generale è la band nel suo complesso ad esibire una prestazione precisa e di grande sobrietà.
Insomma, per farla breve, i Disbeliever con The Dark Days hanno senz’altro mostrato qualità da non sottovalutare e si propongono all’attenzione come un nome da tenere d’occhio nel prossimo futuro ma l’auspicio è, evidentemente, quello che il loro gothic metal segua strade un po’ meno meno battute rispetto a quanto mostrato in questa ultima fatica discografica.
Tracklist :
1. Endless Dreams
2. Unreal
3. Frozen
4. Next To Me
5. Hopelight Fading
6. Into Eternity
7. Ordinary way
8. Jaded And Withered
9. The Last One
10. A Dark Day (outro)
Line-up :
Luis McFadden – vocals
Andy Madonia – bass
Marko Giampaolini – guitar
Yuri Ciampi – guitar
Sasha Ciampi – drums