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Recensione : Wine From Tears – Glad To Be Dead

I russi Wine From Tears si erano già messi in evidenza nel 2009 con l'interessante “Through The Eyes Of A Mad”, disco che mostrava un death-doom in piena fase evolutiva ma già in grado di porsi immediatamente all’attenzione.

Glad To Be Dead arriva dopo ben quattro anni, durante i quali la band è migliorata in maniera esponenziale e non pare eccessivo affermare che questo sia il disco della consacrazione. Infatti, questo è il lavoro di una band matura, cosciente dei propri mezzi e, soprattutto, dei propri obiettivi. Se il canovaccio sonoro seguito dai Wine From Tears non si discosta più di tanto dai nomi di riferimento, in questo caso prevalentemente Swallow the Sun e, parzialmente, Saturnus, è altrettanto vero che la qualità espressa in tutti i brani sopperisce alla grande a questo “difetto”, se così si può chiamare. Fin dal primo brano, Allergic Sun, che segue la consueta intro, è facile rinvenire una sorprendente disinvoltura da parte dei nostri nel creare armonie dolenti pur se non troppo funeree; ma è nella successiva What Are You Waiting For? che il sound si ammanta di un’atmosfera intensa e commovente, grazie alla splendida chitarra solista di Alexander Kudryashov, dando vita a quello che è probabilmente il picco dell’album. Nel resto del lavoro il livello si mantiene comunque estremamente elevato grazie al ricorso puntuale alle già citate ed eleganti melodie chitarristiche, in particolare nella maestosa In Memory of the Truth. Nell’accostare i Wine From Tears ai Swallow The Sun, il riferimento avviene in maniera più naturale nei confronti dell’ultimo lavoro dei maestri finnici, caratterizzato da un sound più aperto e da contaminazioni melodiche prossime al gothic, mentre i Saturnus fanno capolino in Like a Fallen Leaf e, maggiormente, nella struttura della lunga e cangiante The Light at the End of the World (che poi è anche il titolo di un album dei My Dying Bride, tanto per chiudere il cerchio), specie nell’utilizzo del recitato poggiato su soffuse armonie.
Detto anche della non trascurabile Let in Me In, che nell’uso delle clean vocals da parte di Alexey Nesterov (autore di una prova di grande versatilità) riporta vagamente alla memoria i primi lavori degli Evereve, l’unico brano non del tutto convincente è la conclusiva Silence No More, un gothic con voce femminile ben eseguito ma che risulta emotivamente un pò fuori contesto rispetto al resto dell’album.
Glad To Be Dead, pur con quest’ultima eccezione, è un’opera che lascia trasparire un dolore soffuso e dall’aura decadente, lontano dalla disperazione ottundente del funeral.
In un momento di appannamento, speriamo solo momentaneo, di alcune delle band di punta della scena russa, i Wine From Tears si rivelano qualcosa in più di una piacevole conferma o di un diversivo rispetto ai nomi più celebrati in ambito death-doom: questo disco, infatti, brilla sufficientemente di luce propria e merita senza alcun dubbio di entrare a far parte della collezione di chi vuole farsi cullare da sonorità evocative e malinconiche.

Tracklist :
1. For Those Who Died Asleep
2. Allergic Sun
3. What Are You Waiting For?
4. In Memory of the Truth
5. Let Me In
6. Like a Fallen Leaf
7. The Light at the End of the World
8. Silence No More

Line-up :
Alexey Nesterov – Guitar, Vocals
Alexander Kudryashov – Guitar
Eugenia Nesterova – Keyboards
Denis Hodyrev-Velizhanin – Bass
Igor Andreev – Drums

WINE FROM TEARS – pagina Facebook

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