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Recensione : Ephemeros – All Hail Corrosion

.Un’altra band che si pone come ulteriore tassello di una scena funeral statunitense che raramente delude.

Ancora ottimo funeral dagli States, questa volta da Portland per la precisione, con il debutto degli Ephemeros

Dopo aver parlato dell’ottima prova dei Lycus, pochi giorni fa, non si può che ribadire piacevolmente come anche in quest’occasione ci si trovi di fronte ad un altro disco di assoluto valore, oltre che dalle caratteristiche molto simili.
Infatti, le fonti di ispirazione appaiono le stesse (Evoken, Asunder, Mournful Congregation) ma, forse, gli Ephemeros appaiono ancor più “ortodossi” nella loro proposta rispetto alla band californiana.
Atmosfere plumbee, velocità costantemente ridotte ai minimi termini, un growl appropriato, un impatto roccioso e privo di cedimenti, in All Hail Corrosion tutte queste componenti costituiscono il quadro di un disco perfettamente riuscito che, se vogliamo, paga solo ancora un po’ dazio a tutti i nomi sopracitati, aspetto che francamente fatico a considerare un vero e proprio difetto.
I tre lunghi brani formano un unico fronte compatto, anche se i dieci minuti di Stillborn Workhorse spiccano per l’ottimo lavoro chitarristico e per il ricorso a passaggi più rarefatti ma ugualmente intensi.
Un’altra band che si pone come ulteriore tassello di una scena funeral statunitense che raramente delude.

Tracklist:
1. All Hail Corrosion
2. Stillborn Workhorse
3. Soilbringer

Line-up :
Chuck – Drums
Chris – Guitar
Josh – Vocals
Jesse – Guitar
Garrett – Bass

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