Birra, pogo, cori, slavine di chitarre ululanti e melodie inarrestabili a concimare il tutto. E macerie. Macerie di vita celebrale che ballano e saltellano e urlano vittoria. Sì, perché Bad Patterns è uno di quei dischi che riesce a svegliarti e a riconciliarti con il genere umano, proprio mentre l’inverno ti accompagna per niente gentile verso l’abisso dei sentimenti oscuri.
Lasciate ogni depressione o voi ch’entrate, e fatevi trasportare da questo fantastico pout-pourri di melodie in salsa punk. Un punk acido e ruvido quanto basta, con una forte anima chitarristica che deve il proprio essere ai nonni Johnny Ramone e Pete Shelley e alle sei corde dei Thin Lizzy; un punk melodico, certo, ma molto poco “fedele” e poco incline alle ruffianaggini del genere. Le melodie, poi, sembrano disegnate da mano esperta: una mano che, a tratti, ricorda tanto quella del miglior Mark Ryan.
Un’ipotetica scaletta delle meraviglie inizierebbe (e così l’hanno pensata anche loro) con Problem Child, un delizioso pop-punk tra Buzzcocks e Undertones che ci spiattella in faccia un bel ritornello in falsetto – una roba che sulla carta potrebbe sembrare una tamarrata e che invece ci sta veramente tutta. A seguire metterei l’assalto queersiano di Don’t Wanna Feel Alright, i power-pop da manuale di You’re A Star (che fa tanto glam) e My Body Breaks Down, e i punkettoni dal retrogusto americana di Bender, Baby It’s Alright e You Have No Friends, che vanno certamente annoverati tra le cose migliori.
Insomma, cuccatevi questa mezz’oretta di gloriosi e contagiosi anthems e avrete di che sorridere.
Tracklist:
1. Problem Child
2. Valuum
3. Baby It’s Alright
4. You’re A Star
5. Say What You Mean
6. Bender
7. Don’t Wanna Feel Alright
8. My Body Breaks Down
9. You Have No Friends
10. Puke My Life Up
11. Holdin’ Out
Line-up:
Chris
Mikey
Josh M
Jimmy
Tino