Un quieto e pulito disco fatto di elettronica soft e chitarre acustiche impastate insieme a rimembranze wave ’80.La stesura delle canzoni si dipana soffusa, con una cadenza dondolante e dolce, andando a disegnare un insieme di forme e suggestioni molto evocative.Molecular è un disco composto da dieci tracce che si arricchiscono l’ un l’ altra vivendo di comune respiro.L’ apertura tocca a “For the brainwashed suns of daughters”, dove la voce poggia su arpeggi chitarristici di odore Arab Strap, incalza lentamente, con un crescendo ritmico pertinente e caldo. Poi sussegue la traccia che porta il nome del disco, un brano che si struttura ermeticamente su feedback di fondo, una batteria minimale e una linea di basso liquida e cianotica.Il drumming effettato con delay si fonde in maniera ineccepibile con le tessiture di synth in “Emogoss”, che apre il disco a lidi meno malinconici ( “No separation” ).“March of the loaded coil” suona come un temporale estivo, dove calma e tempesta emotiva si alternano rapidamente e dove la voce di Barak sfiora la musica non lontano da quella di Aurelio Valle dei Calla. “Dancers” segna la seconda metà dell’ album: folk-tronica chitarristica di ottima fattura.Di qui in avanti, aihmè, si incappa nella fragilità del disco che non riesce ad essere pieno della personalità che ne distingue le prime sei composizioni.Tutto tende un po’ a perdersi, tra esperimenti più di ambiente e richiami più canonici della new wave.Da spiacersene, perchè tutto sembrava girare per il meglio, ma la probabile esigenza di sfondare gli schemi più tipici del genere elettronico ” da cameretta” ha portato alla mancanza di lucidità esecutiva sforando verso la confusione. Comunque i casi un disco di almeno un voto sopra la sufficienza.