Il libro a cura di Gianni Olmi, affronta l’argomento spinosodell’inquisizione cattolica nei confronti delle eresie, occupandosi dicasi accaduti in Europa in un arco di tempo che va dai primi anni deltredicesimo secolo fino all’analisi di casi più recenti datati allafine del diciottesimo secolo.
Il libro riporta al posto di un analisi, una raccolta di documenti ufficiali principalmente di parte cattolica, dai documenti pontifici ai resoconti dei cosiddetti “confortatori”, cioè coloro i quali avevano il compito di portare i rei all’abiura delle loro eresie e riconquistarli in punto di morte all’obbedienza alla Sacra Madre Chiesa.In apertura il libro riporta inoltre un intervento di Voltaire sull’argomento estratto dal suo “Dizionario filosofico” del 1769. Si tratta ovviamente del punto più interessante della raccolta. Già nel 1769, il filosofo illuminista mette in evidenza come un giudizio morale sull’inquisizione non possa in realtà non tenere conto che nello stesso periodo in cui si sviluppa tale pratica la chiesa è in buona compagnia nel praticare torture e uccisioni sommarie. Lo spettacolo dei supplizi che ora (nel 1769) appare ripugnante, in quegli anni poteva addirittura essere considerato edificante.La parte finale del libro è dedicata al supplizio di frate Tommaso Campanella, il quale per sfuggire alla morte si finse pazzo, ma questo non gli fece scampare la condanna a trenta anni di galera.Il libro quindi non sviluppa un discorso personale ma risulta essere piuttosto una raccolta di documenti già editi, qui esposti in maniera riassuntiva.Ne emerge un ritratto crudele della Chiesa e delle sue ramificazioni, ritratto che comunque deve essere osservato da un punto di vista relativo. Supplizi e torture erano la norma in periodi in cui, il sistema feudale prima e le società moderne poi, consideravano normale il diritto di morte sui propri sudditi. Solo alla fine dell’800 si afferma il carcere come strumento di controllo della devianza, spostando il controllo sulla vita delle persone, esercitando il diritto dello stato non più come diritto di morte ma come diritto di annientamento delle pulsioni devianti e non sottomesse. Si sviluppa cioè quella che oggi si definirebbe la “biopolitica”. Anche la Chiesa nel reprimere le sue nuove eresie sceglie di uniformarsi alla società esterna. Fino ai giorni nostri dove il destino dei moderni eretici (quali ad esempio il teologo Leonardo Boff) viene affidato alla condanna del silenzio e l’annientamento delle idee viene realizzato.
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