Vi è un semplice metro con il quale ognuno di noi può misurare il proprio indice di gradimento per un libro di narrativa,ed è quello del desiderio di progredire nella lettura con la ‘fame’ di sapere cosa accadrà pagina dopo pagina.
Ed in base a questo metro che voglio giudicare questo romanzo;ogni pagina che leggevo altro non faceva se non alimentare il mio desiderio di addentrarmi in questa storia cosi affascinante, tanto che ho letteralmente divorato le 142 pagine che lo compongo con un’avidità che ben poche altre letture mi hanno procurato. ‘Terra Nera’ narra della vita del proletariato meridionale nel corso del secolo scorso in una Puglia resa cosi’ bene da poterne sentire gli ododri ed il sudore,da capirne la fatica,la tristezza e la tragicità. Il romanzo ruota intorno alla figura di Nino,un ‘cafone’ che si farà padrone grazie ad un arrivismo spietato che gli consentirà di superare ogni ostacolo,dotato da madre natura di un cinismo a tratti quasi disumano.Nino è un vero e proprio ‘figlio di puttana’,sia in senso realistico (la madre Annina non spicca certo per pureza e pudicizia) che in quello metaforico.Attorno a lui ruotano molteplici personaggi:pochi padroni,uno dei quali cadrà sotto i suoi colpi,e tanti poveracci che sbarcano il lunario con difficoltà e,non sempre,con dignità.Altro personaggio di spicco di ‘Terra Nera’ è Zio Peppe,figura ambigua di imbonitore che tutti conosce e ai quali tutti si affidano sia pur con riluttanza.Zio Peppe è a tratti talmente spregevole che può essere considerato il vero ‘padre spirituale’ di Nino che lo ripagherà,sopravventura la morte ,pisciando sulla sua tomba.Sperando ,con queste mie righe,di avervi incurisito e stimolato alla lettura aggiungo,sempre che ce ne fosse ancora bisogno,il mio incodizionato invito all’aproccio di queste pagine,il cui lirismo volgare e straccione non potrà che coinvolgervi.Mi permetto in conclusione un solo appunto:sul retro copertina leggo che nel romanzo vive un confronto fra l’anarchismo malatestiano e quello stirneriano.Per quanto mi concerne, l’unica contraposizione che ho trovato è quella fra un certo ‘solidarismo di necessità’ e il più bieco opportunismo nel quale il secondo la fa ,purtroppo e come nella stragrande maggioranza dei casi,da assoluto mattatore.Su questo punto gradirei aprire un confronto con coloro i quali avranno il privilegio di leggere ‘Terra Nera’ e,ovviamente,con il suo autore.