‘Sherif John Brown hates me For what, I don’t know:Every time I plant a seed,He said kill before it grow…’Bob Marley.
Francoise-Marie Arouet (più noto come Voltaire) intorno al 1764 ebbe un’intuizione geniale riportata nel Dictionnaire philosofique : le prescrizioni dei popoli del Libro altro non sono che la conclusione di un epocale scazzo tra cuochi. Alcuni detestavano il maiale, altri la carne (solo di venerdì), altri il vino e ognuno trovava sempre qualcuno che li aiutava coi suoi sbirri e i suoi inquisitori.I cuochi hanno fatto fortuna, si vestono bene e parlano meglio, sono azionisti di maggioranza delle multinazionali e dei parlamenti ed hanno cambiato strategie e bersagli. Sono conservatori, amano i remakes e qui arriviamo a Upperground che non è solo un libro con annesso dvd ma è anche, e soprattutto, la civile testimonianza di chi pensa che ognuno abbia il diritto di adottare la dieta che preferisce senza danneggiare gli altri e subire ritorsioni penali. Si parla di droghe e di consumatori, di leggi inique e di altre che verranno, di come ai tempi di Carlo V uno rischiasse la pena di morte per un chicco di caffè e c’è una meravigliosa lettera di Antonin Artaud al Signor Legislatore della legge sugli stupefacenti, scritta nel 1917 e più sensata oggi di allora.Il fenomeno droga ha prodotto, e produce, un indotto esagerato: generazioni di droghieri, gendarmi, legulej e chi più ne ha più ne metta continuano ad arricchirsi sulle sventure di chi consuma la cosa sbagliata nel momento sbagliato….poi ci sono quelli che recuperano il recuperabile e altri che fanno in modo che il business ricominci da capo.Gli AA. VV. sono, come è giusto, esperti di discipline diverse, medici, preti di strada, antropologi, malati di glaucoma e semplici utenti che dicono la loro e non si fanno problemi se le loro istanze non sono apprezzate da chi esporta la democrazia e si preoccupa solo del crescere della diffidenza e dell’incredulità. Upperground è l’opposto di underground, é la volontà di far uscire alla superficie ciò che per questioni morali (id est economiche) è meglio che rimanga celato e clandestino (se no i profitti scendono e il benessere ne risente). C’è poi una utilissima serie di schede informative sulle droghe che parte dall’alcool per arrivare all’ ibogaina (manca correttamente la cannabis e se leggete il libro capirete il perchè), c’è una cospicua, gradevole parte grafica frutto di una collettiva d’arte antiproibizionista, c’è un dvd che rianima lo schermo provato da decenni di Quark e stronzate parascientifiche.Se poi qualcuno, a suo rischio e pericolo, volesse saperne di più ha almeno due possibilità: andare in piazzetta o dal farmacista di fiducia oppure leggersi A scanner darkly di Philip Kindred Dick (splendida la traduzione italiana Scrutare nel buio di Fissore e Pergameno Ed. Nord 1979).Per chiudere un aneddoto pertinente: una volta una dama di corte chiese al citato Francoise-Marie come mai non ci fossero più processi per stregoneria. Lui rispose : ‘ Le streghe, madame, sono finite quando noi abbiamo smesso di accendere i roghi. ettore manzilli