Non so se si possa definire un “sound Wallace” data la moltitudine di band e artisti dalle caratteristiche e dalle estetiche differenti all’ interno della label, ma dal primo ascolto di questo promo, fino ad averli anche visti live al Tagofest di Massa, posso asserire che l’ Orchestra Fuzzettona incarna se non altro nel mio immaginario il tipico suono dell’ etichetta lombarda.
Ci sono quella volontà ossessiva e martellante, l’ attitudine punk e la ricerca informale impro, marchio di fabbrica Wallace.C’è anche la composizione della band ad essere tipicamente non rock e invece arty: Fiè si occupa delle manipolazioni analogiche, Marco Mazzoldi della batteria e del kazoo, mentre Luca Ciffo delle parti chitarristiche e delle voci. Nomi non del tutto nuovi, in quanto già facenti parte dei Bron Y Aur.Le strutture si sviluppano su tessuti di cut and paste di spezzoni cinematografici e di documentari storici, sample prelevati da vecchi vinili e noises; da queste fondamenta prendono con vigore forma le visioni di chitarra (ovviamente col pedale del fuzz onni-pigiato), le dissertazioni anaerobiche armoniche ed i colori melodici che a tratti fanno capolino.Questo ascolto mi ha fatto sovvenire un disco alla mente, anche se non vicinissimo per genere; un album di fine anni ottanta, che con questo lavoro omonimo dei Fuzz Orchestra, vuoi per deliri del sottoscritto, vuoi per una certa affinità elettiva secondo me presente, ha a che fare: Psalm69 dei Ministry.