Una piacevole sorpresa “Forget about”, album di debutto degli aretini Kiddycar.Un album intenso e raffinato che delinea il proprio universo sonoro a partire dall’iniziale “Human Logic”. Un universo sonoro dove trovano posto influenze dichiarate quali Nick Drake, Serge Gainsbourg, così come i paesaggi lunari evocati da gruppi come Mum o Sigur Ros.
Ma sarebbe riduttivo e poco elegante voler circoscrivere questi suoni ad una serie di influenze, certo evidenti, ma rielaborate in modo originale e personale. Dieci bozzetti acustico-elettronici illuminati dalla voce sensuale di Valentina Cidda, tra cui vale la pena citare il neo-folk di “Ame et peau”, la dolcezza di “Trust”, l’aerea visione onirica di “Time”, fino all’ipnotico epilogo di “Trop facile”.Attenzione e cura ai suoni, nella maggior parte dei casi scarni ed essenziali, una notevole sensibilità e un’abilità compositiva degna di nota caratterizzano questo esordio su lunga distanza. Un ottimo album che, nonostante qualche piccola ingenuità di fondo, fa ben sperare per il futuro dei Kiddycar considerando che, pur avendo ciascuno di loro anni di esperienze artistiche alle spalle, la formazione attuale si forma solamente sul finire del 2005. Sarebbe interessante, ma si tratta di una pura considerazione personale, se tra i possibili sviluppi l’attenzione si focalizzasse maggiormente sull’aspetto elettronico come già, peraltro, in “No Gravity” e “Small Things”.”Forget about” potrebbe essere la vostra luce nei lunghi mesi invernali.