Segnaliamo questa mostra dedicata a Vivienne Westwood, inaugurata il 26 settembre dalla stessa stilista inglese e visitabile fino al 20 gennaio. La mostra, allestita a Palazzo Reale di Milano, ripercorre trentasei anni di carriera di una delle artiste più creative e trasgressive in circolazione. Certamente, per gli appassionati di musica, l’aspetto più interessante è rappresentato dal legame che la Westwood ha sempre avuto con l’ambiente musicale.
Tutto ha inizio nel 1971 quando insieme al compagno di allora – quel Malcom McLaren futuro manager dei Sex Pistols – Vivienne apre un negozio in King’s Road dove comincia a disegnare i primi vestiti. Negozio che, ogni anno, viene rinnovato nel nome e nell’arredamento: si inizia con “Let it Rock” che diventa via via “Sex”, “Seditionaries” e “World’s End”. Il negozio diviene presto un punto di riferimento per la nascente scena punk e i due contribuiscono, non poco, ad alimentarne lo sviluppo. Paul Cook, batterista dei Sex Pistols, dichiarerà a tal proposito: “Quando eravamo bersaglio dei razzisti, il suo negozio era uno dei pochi posti in cui ci si poteva rifugiare”. Sense of humour tipicamente inglese, gusto della provocazione e dell’anticonformismo, nella vita così come nell’arte, hanno contraddistinto il personaggio, come quella volta in cui fu arrestata per aver navigato sul Tamigi con i Sex Pistols che suonavano “God save the Queen” durante il giubileo della regina. Singolo che, insieme a “Anarchy in UK”, compare nella prima sala della mostra, quella in cui è possibile ammirare proprio le collezioni ispirate al punk, create insieme a Malcolm McLaren. 150 i modelli esposti, frutto della fantasia, della ricerca, dell’estro e, ovviamente, del talento della stilista che, nonostante i 65 anni e nonostante dichiari di ascoltare ormai solo musica sinfonica, si dimostra ancora capace di entusiasmare e di stupire.