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Recensione : Cervelli Stanki – 15 Years … Old Tunes, New Blood

Cervelli Stanki - 15 Years ... Old Tunes, New Blood: (VIOLAX RECORDS 2008) : 15 anni di militanza musicale, 15 anni di emozioni, storie, ma soprattutto canzoni, come quelle ...

(VIOLAX RECORDS 2008) : 15 anni di militanza musicale, 15 anni di emozioni, storie, ma soprattutto canzoni, come quelle che hanno inserito nel loro ultimo cd i Cervelli Stanki, storico gruppo della Savona punk. Sono già 15 anni, per la serie la Riviera invecchia, io per primo, che Ivano e compari mettono in musica la rabbia e la frustrazione che noi tutti rivieraschi ben conosciamo, ma che sono comuni a tutti, giovani e non. Magari quando sei più giovane ti viene voglia di dire basta al grigiore intorno e di fare qualcosa in prima persona, come fondare un gruppo musicale, e tentare almeno, di mettere in musica i tuoi sentimenti e quelli di chi ti circonda. Molti gruppi nascono così, a parte i King Crimson di Robert Fripp, e poi magari muoiono dopo poco tempo, o fanno solo covers.

I Cervelli Stanki, no, hanno continuato fino a oggi, e la marcia non si ferma, si evolve il come potrete sentire in questo cd, una retrospettiva dei brani più significativi, suonati con l’attuale stile dei Cervelli Stanki, Questi ultimi, partiti all’origine con un punk – oi nel stile Klasse Kriminale, negli anni hanno indurito il loro suono, fino ad arrivare a questo new blood, un suono molto potente che vira verso l’hardcore.

I brani ne giovano e molto, non c’è quasi pausa tra i brani, e i ragazzi non si risparmiano. Se siete rimasti ancorati all’ortodossia dell’oi, allora questo disco non fà per voi, se invece pensate che l’oi velocizzato e bello carico sia un possibile futuro per questo tipo di musica, questo cd fa invece per voi.

Anche se non conoscete la discografia precedente dei Cervelli Stanki, che comunque vi consiglio di recuperare, questo cd vi potrà far apprezzare il cambio stilistico dei ragazzi, a cominciare da “Street rock’n’roll”, un loro calssico, che risplende nella nuova versione, come “Asociale” e la splendida “La volpe e il cane”.

A ruota, come in un concerto, arriva “Frana”, l’unica cover del disco, degli Erode, canzone controversa poichè anche gli Hobbit, gruppo bolognese di estrema destra, la fanno ai loro concerti, la rabbia contro la polizia è bipartisan, solo che poi i camerati ci parlano fin troppo con la suddetta forza pubblica, quando addirittura non ne fanno parte. La cover degli Erode è quasi migliore dell’originale, fatta con personalità e rispetto. La quinta traccia “Saremo pronti” a mio parere è sempre stato il loro testo migliore, sarà perchè anch’io ogni mattina mi aspetto i carri armati fuori dalla finestra…

Strade perdute” è più bella rispetto alla precedente versione, e acquista quel pathos che nel testo ha già al suo interno. All’ottavo episodio, “Ghost town” arriviamo all’apice, grandissima canzone, non si può non pogare, cori che magari trovaste in quei cd che pagate venti euro…

“Rapporto di minoranza alcool” è purtroppo storia di tutti i giorni come “Bambina”.
La furia dei Cervelli Stanki non finisce qui e “Ragazzo oppresso ” sembra una canzone scritta ieri e suonata domani, tanto è fresca nella nuova versione. “Coscienza” è quello che manca in questo cazzo di paese, manca la coscienza, la vogila di guardarsi dentro, e di volere qualcosa di meglio per tutti noi, ma finchè ci sarà gente che vuole essere come alcuni nostri governanti, non ci sarà mai giustizia, perchè la coscienza dobbiamo tirarla fuori noi, non chi ci governa.
Le ultime tre canzoni, ” Figli della classe operaia”, “Ultra violenza” e “Tre morti al giorno”, fanno parte di un trittico che parla di fabbriche chiuse, operai non più tali e istanze sociali totalmente disattese, anzi, lo sfruttamento ora si chiama felssibilità e stringere la cinghia, accordi internazionali e locali, con l’unico scopo di ridurre l’occupazione, per poi spremerti nei consumi.

In Italia c’è una guerra civile, quella delle morti bianche, ogni giorno qualche lavoratore muore sul lavoro, per sua disattenzione, per colpe del datore di lavoro, comunque sia non si può più voltarsi dall’altra parte.

E questo suono rabbioso ce lo ricorda, crescendo si può diventare più duri, come i l suono dei Cervelli Stanki, e non rinnegare la vita precedente o addormentarsi nell’oppiaceo sonno della nostra società.

Questo disco è la testimonianza migliore del percorso di un gruppo che và dritto per la sua strada, e nonostante ripetuti cambi di line – up, continua nella coerenza un discorso che non ha perso il suo filo rosso, rosso come il sangue, il nuovo sangue di questo disco, apprezzato anche all’estero, perchè molte piccole etichette di altri paesi hanno contribuito alla realizzazione di questo disco.

E questo è il secondo grande cd di punk savonese che recensisco ultimamente, dopo quello degli Uguaglianza (Pablo il cantante uguagliante è presente nel cd ai cori), perchè a Savona nel loro piccolo, ci sono persone che fanno le cose fatte bene, come i Cervelli Stanki, gli Uguaglianza, i Dsa Commando, i Propaganda Esplicita, gli Eazy Skankers e altri, e un saluto a chi è solo chiacchere e distintivo.

www.myspace.com/cervellistanki
cervellidistro@msn.com

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