I due mutanti che sputano musica Bruno Dorella (ex-Wolfango, ora nei Ronin e negli Ovo), e Giovanni Succi (ex- Madrigali Magri), tornano dopo un gran disco come “Tarlo Terzo”, e sfornano Quarzo, il loro quarto album.
Il loro minimalismo sonoro, espresso attraverso chitarra e batteria non convenzionali, esprime un incedere che è molto affascinante: la sottrazione porta ricchezza trovando nuove vie a vecchi schemi.
La voce è sempre una componente fondamentale, poiché i Bachi ti entrano dentro con la loro musica, poi la voce ti spinge dentro concetti mutanti che cambiano assecondando la tua percezione del momento.
I Bachi scavano, scavano, non dicono quello che vuoi sentirti dire né scelgono facili terapie ( Dragamine), ma provano la strada più difficile.
Questo, per chi non conoscesse i Bachi, non è un disco facile, e nemmeno lo vuole essere, questo è una raccolta di pensieri e musiche.
Queste canzoni hanno un incedere casuale, pur rimanendo fedeli al solo dogma della continua ricerca, fuori e dentro sé stessi.
Concetti che ci appaiono ovvi vengono masticati e sputati fuori, completamente cambiati dalla poetica e dal blues magmatico dei Bachi.
Si sente anche il piacere e la completeza di essere due anime coinvolte e appagate dal fare musica, senza alcuna voglia di piacere per biechi fini commerciali.
Il viaggio si inizia non a caso con Pietra della gogna, in cui l’ascoltatore viene infatti messo alla gogna ed avvisato dantescamente su cosa lo aspetta.
L’ascoltatore verrà poi liberato solo a Fine pena, la dodicesima e ultima traccia.
Musica che traccia uno sghembo percorso tra incubi e paure, gioie e piccole rivoluzioni.
Uno dei migliori dischi dell’anno, sicuramente.
Tracklist:
1. Pietra della Gogna
2. Bignami
3. Dragamine
4. Niente Come la Pelle
5. Zuppa di Pietre
6. Morse
7. Muta
8. Notte delle Blatte
9. Pietra Per Pane
10. Non E’ Vero Quel Che Dicono
11. Orologeria
12. Fine Pena