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Humanfly: Alcuni mesi fa uscì per In Your Eyes la recensione al nuovo disco Darker Later degli Humanfly. Incuriositi dal sound e d...

Alcuni mesi fa uscì per In Your Eyes la recensione al nuovo disco Darker Later degli Humanfly. Incuriositi dal sound e dalla mastodontica Heavy Black Snow, scritta in collaborazione con Rose Kemp (che a sua volta ha collaborato anche con i nostrani Ufomammut), si è cercato un modo di entrare in contatto con questi ragazzi di Leeds. Alle nostre domande ha risposto Dave, il batterista.

iyeIl disco si caratterizza per esser piuttosto eterogeneo. Si sentono echi post hardcore, metal, noise e post rock. Quali sono i vostri riferimenti musicali e dove credete possa arrivare la vostra evoluzione musicale?
L’album è letteralmente il risultato di queste influenze, che si estendono tra questi generi e probabilmente includono anche qualcosa in più. In sostanza vorremmo creare qualcosa che abbia un suono aggressivo, qualcosa sullo stile di band come i Beach e i Cro- Mags, e che ci permetta di ampliare un po’ del terreno che abbiamo già esplorato, espandendo però allo stesso tempo quelle stesse idee. Poi, almeno per me, le voci sono più che altro la cosa che rende diverso ogni pezzo, che offre ad ogni brano un suo sound e questo fa parte di una decisione voluta.
Per quanto riguarda le influenze, siamo più o meno tutti sulla stessa lunghezza d’onda anche se, come nella la maggior parte delle band, non andiamo necessariamente d’accordo su tutti i tipi di musica, ma è giusto così.
Il disco è prevalentemente un album hardcore e la ragione per cui è possibile scorgere sounds che si allontanano da questo genere è perché band come i Mahavishnu Orchestra, i Golden o i Rush sono per noi ugualmente importanti ai Beach, agli Helmet, agli Iceburn o ad altre band hardcore.
Hardcore e progressive rock vanno raramente di pari passo, ma a noi piacciono entrambe le cose e di conseguenza cerchiamo di fondere i due generi ogni qualvolta sia possibile.

iyeHeavy Black Snow è certamente la canzone più interessante del disco. Come è nata? di che cosa racconta? Com’è nata la collaborazione con Rose Kemp?
Sono felice che ti piaccia. Il brano con Rose Kemp è nato dopo aver suonato un concerto con lei a Leeds. Un nostro amico comune ci suggerì di lavorare insieme scrivendo una canzone per una compilation che voleva far uscire; è così che ha organizzato il tutto. Abbiamo passato un paio di settimane a scrivere il pezzo, che è grossomodo diviso in tre parti, e poi l’abbiamo inviato a Rose perché aggiungesse le voci. Rose era contenta della collaborazione e io ho apprezzato molto il suo contributo.
Fondamentalmente la canzone parla degli ultimi giorni di un’isola che sta svanendo e che alla fine crolla intorno ai suoi abitanti, quasi biblica nella sua distruzione. Ghiaccio e cenere cadono dal cielo, le costruzioni si sbriciolano. Massima isteria. Gli abitanti vengono salvati da una guida che li conduce alla salvezza mentre l’isola affonda.
Questa rappresenta una conclusione metaforica al resto delle tematiche dell’album che sono basate sull’anti–nazionalismo.

iyePer quanto riguarda Rose Kemp, so che lei ha collaborato anche con un gruppo italiano, Ufomammut. Conoscete questo gruppo, e soprattutto, che idea avete riguardo la scena musicale italiana? Ci sono differenze rispetto all’Inghilterra?
Rose è una persona energica. Non fa altro che comporre e lavorare con una grande varietà di musicisti, che è un ottimo modo per approfondire e migliorare quello che già fa. Sfortunatamente non conosco gli Ufomammut, ma il brano che hanno realizzato insieme a lei è fantastico.
Non sono mai stato in Italia, quindi non so molto riguardo alla vostra scena, e mi spiace. Anche se c’è da dire che adoro gli Uzeda ( e di conseguenza i Bellini) e gli Zu.

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iyeCome si sta sviluppando la scena musicale inglese? Verso cosa si sta orientando? Quali sono i gruppi che maggiormente hanno successo e quali sono i modi migliori per emergere? Credete nelle potenzialità di internet (facebook, myspace) oppure siete più legati alla dimensione live?
Dipende da come la vedi, la scena inglese sta facendo fin troppo bene fino al punto in cui ci sono più band di quanto io potrei solo che immaginare, tutte che fanno un sacco di cose diverse. Questo però rende difficile capire quale direzione stiano prendendo le cose. E anche per me è difficile individuare band che facciano cose che mi piacciano veramente. Ai miei occhi e alle mie orecchie, è una scena più che satura.
Al momento, band che invece sembrano fare bene da se (nel senso che riescono ad avere un pubblico e fare tour senza spendere un casino di soldi) sono i Pulled Apart by Horses, i Chickenhawk, i The Plight, i Lone Wolf e i Milk White White Teeth. Sono tutte persone che lavorano duro e questa sembra la chiave per guadagnarsi ogni sorta di riconoscimento. Ovviamente anche avere una buona etichetta alle spalle è un’ottima risorsa che può aiutarti immensamente.

iyeIn conclusione, come è solito fare, volete dirci quali sono i vostri impegni futuri, programmi. Obiettivi?
In breve, abbiamo il nostro nuovo album che uscirà l’8 novembre e stiamo facendo dei concerti per promuoverlo, sia in Gran Bretagna che in Europa e direi che per un po’ ci concentreremo solo su questo. Ad un certo punto del prossimo anno registreremo di nuovo cercando sempre di migliorare quello che abbiamo fatto finora.

Un ringraziamento particolare va a Giulia Piras per il fondamentale lavoro di traduzione.

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