E gli occhi verso l’ovest essere sempre altrove,
e le mani verso l’est, voglio essere sempre altrove
(Noir Désir – Toujours être Ailleurs)
Vent’anni. Quasi trenta, senza compromessi. I Noir Désir hanno attraversato gli ’80, i ’90 e la prima decade del Terzo Millennio con la “voglia pura” di lasciar parlare la parte in ombra della loro anima.
Sasha Naspini si dimostra appassionato narratore dei suoi Noir Désir, che finiscono per diventare i nostri: “la storia di questa band francese raccontata da me, ai miei occhi, in contemporanea ai vostri”, scrive l’Autore. In questa narrazione, a tratti avvincente a tratti cupa nella drammaticità degli eventi descritti, emerge tutta la determinazione del gruppo bordolese di navigare tempi e generi senza mai finire naufraghi di un cambio di vento o, peggio ancora, senza mai cedere alla tentazione di salire su una qualche scialuppa di salvataggio offerta da una major. “La loro autenticità straripa dalle canzoni, e nei live. Si mettono in gioco in prima persona, anima e corpo. Sono una pallottola impazzita che percorre in modo trasversale tutte le imposizioni del mercato, nazionale e non”. Determinati a “ribadire la loro indipendenza artistica, su tutti i fronti” e a proseguire il loro percorso artistico anche nel momento più difficile, l’incarcerazione del singer Bertrand Cantat, il Morrison francese, colpevole di aver ucciso l’amore della sua vita, Marie Trintignant e per questo condannato a più di un inferno…