La buona notizia è che questo disco è davvero bello; la cattiva notizia è che i Freebass si sono sciolti poco prima di dare alla luce qusesto disco, uscito nel corrente mese. Ed è un peccato davvero grave, poiché i Frebass sono un grande gruppo, e non potrebbe esserealtrimenti, perchè quando metti insieme Peter Hook ex bassista dei Joy Division e New Order, Gary Mounfield degli Stone Roses e poi nei Primal Scream, e Andy Rourke degli Smiths, non può che uscire un disco così.
Sì, i Freebass sono un gruppo con tre bassisti e si sente in questo disco, sognante e variatissimo, con dentro praticamente gli ultimi vent’anni di musica albionica, rivisitata e vista dall’interno. Gary Briggs ( già negli Haven, e nei The Strays) è una delle migliori voci britanniche, e dà un’impronta decisa al sound di questo supergruppo, gente che sfornato canzoni immortali. Dato che la classe non è acqua, si ripetono in questo disco, certamente tra alti e bassi, personalemente mi piacciono quando si buttano nei territori del loro passato come in “ Killswitch pt 141 “, ovvero quel suono tipicamente ed unicamente inglese nel quale la musica e la voce sussurrano all’unisono. O come “ Secrets and lies “, un pezzo davvero fantastico, molto alla New Order, con un giro di chitarra che ti atterra. “ Stalingrad “ è un reggae dub che no nti aspetti, ma che conferma i miei sospetti : il reggae in Inghilterra è nella cultura popolare , e stà alla base di molte cose, noi abbiamo Peppino di Capri, loro gli Steel Pulse…
Un grandissimo disco, fatto da autentiche leggende, che non vivendo sugli allori, continuano a macinare musica. Per gli amanti del suono british, e per tutti quelli che vogliono sedersi sul divano e viaggiare nella bass culture.
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