Trio palermitano che fa un rock and roll con i controcoglioni, muovendosi fra i maestri del genere, Black Keys e rock sudista. D’altra parte noi cosa abbiamo più a sud della Sicilia ? I tre picciotti sono alla loro terza prova su lunga distanza in usicta il 15 aprile, e la loro maturazione dal precedente “ Stu “, è evidente, ma anche prima erano bravi davvero. La prima cosa che si nota è la loro assoluta internazionalità, se non sai che sono italiani non lo diresti mai.
Non tanto per la pronuncia, di cui non mi frega nulla, ma quanto per il sonwriting davvero all’americana, rock and roll marcio e distorsioni a mille, con un cantato corale davvero coinvolgente. Sono in tre ma sembrano in nove, con un continuo saliscendi di ritmo e velocità. Il disco si sviluppa potente e sensuale, come un serpente nel deserto, portandoci appunto in terre assolate. Il mixaggio di Mario J. McNulty ( David Bowie, Nine Inch Nails, Raveonettes, Anti – Flag e altri) giova grandemente a questo suono ammaliatore. E’ un disco femmina, nel senso di seduzione e coinvolgimento. Speriamo che non finiscano come tanti altri gruppi validisiimi validissimi, che riscuotono più successo all’estero che in patria. I Waines devono aver successo sia dentro che fuori dai nostri confini, sia per la musica che per la scelta di autoprodursi. Gruppo con i controcoglioni.
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