In attesa della “prova live” al Riviera Summer Fest di Varazze e in seguito alla pubblicazione di Stop Giving Up (il loro nuovo singolo), ci siamo permessi di disturbare i DID con una manciata di domande. Ecco a voi quel che siamo riusciti a “strappargli” di bocca.
iyeIntervistarvi in questo momento è abbastanza fuori luogo, lo ammetto. Il vostro disco è uscito ormai da molto tempo (talmente tanto tempo che, probabilmente, state già lavorando al nuovo album, giusto?). Nonostante ciò, noi lo facciamo lo stesso. Per esempio, sapendo che avete pubblicato a inizio maggio un nuovo singolo (Stop Giving Up), una sorta di anticipazione di quel che ci aspetterà, potreste parlarci un po’ di quello: ad ascoltarlo, si possono notare un bel po’ di differenze rispetto al passato, cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo disco? Come sta procedendo il lavoro (se siete al lavoro)? Insomma, raccontateci qualcosa.
Giancarlo Maresca: Stop Giving Up rappresenta per la band un’evoluzione e una maturazione nel nostro percorso musicale. Abbiamo sempre pensato che le band debbano sempre essere in continuo slancio artistico, e non rimanere statiche. Il nostro nuovo singolo segna un punto di svolta della band, abbiamo cambiato orientamento,senza tralasciare le nostre origini,il nostro suono. Si può dire che questo anticipi quello che sarà il nostro futuro,come sonorità e come set up. Abbiamo appena finito di registrare un Ep di 4 nuove tracce con un artista di fama mondiale che ci ha supportati come producer; ne è nata un ottima collaborazione e il lavoro ci soddisfa pienamente. Ovviamente non possiamo ancora dirvi il nome, ma state certi che vi stupirà, per noi è stato un sogno già solo cenare in sua compagnia, figuratevi il poter entrare in studio con lui e lavorare sulle nostre tracce con il suo (importantissimo) aiuto.
iyeRimanendo legati alla domanda precedente, dove vi collochereste voi nell’universo musicale? A quali band fate riferimento e a quali vorreste essere ricollegati? Come definireste il vostro sound? Credete che il vostro suono sia in evoluzione? Dove volete arrivare?
Andrea Tirone: Dopo l’uscita del nostro primo disco siamo stati associati a band della scena p-funk newyorchese come rapture lcd etc.. sicuramente da allora il nostro sound è cambiato molto e credo che sarà in continua evoluzione perché non ci prefissiamo mai di scrivere dei pezzi seguendo l’impostazione di pezzi precedenti, cerchiamo ogni volta di scrivere qualcosa di diverso.
Sinceramente non abbiamo pensato a chi ci piacerebbe essere accomunati, ci sono moltissimi gruppi che stimiamo ma non credo ce ne sia qualcuno in particolare che vorremmo emulare. per rispondere all’ultima domanda, credo vogliamo arrivare a creare un sound che sia inequivocabilmente Did, senza appunto venire ricondotto ad altri gruppi.
iyeCome nascono le vostre canzoni e soprattutto, quale scopo vogliono avere? Come mai la scelta del cantare in inglese?
Andrea Prato: Le canzoni nascono principalmente da jam session in sala prove. una volta trovato un loop che gira archiviamo la bozza e ci concentriamo su qualcos’altro di nuovo. la creazione non è finalizzata ad uno scopo preciso ma al semplice piacere dell’ascolto. Recentemente il nostro approccio è molto cambiato: mentre prima eravamo più diretti e concentrati sul nostro strumento ora cerchiamo di avere una visione più d’insieme e oggettiva di quello che viene fuori dalla jam. dopo aver raccolto un po’ di bozze scegliamo quelle che preferiamo e le arrangiamo direttamente su computer o provando a risuonarle all’infinito. la scelta dell’inglese, oltre ad essere comprensibile ad un pubblico internazionale, credo sia anche necessaria per le sonorità e il mood che vogliamo esprimere.
iyeSo che prossimamente suonerete al Riviera Summer Fest di Varazze, cosa vi aspettate dalla serata? La Liguria è famosa per esser definita “terra morta” per quanto riguarda i concerti; voi cosa ne pensate? E’ una situazione isolata o diffusa anche in altre zone? Pensate che sia vero che la gente ai concerti sia sempre meno? Qual è la vostra opinione riguardo a questo fenomeno? Cosa proporreste per invertire la tendenza?
Guido Savini: Non abbiamo mai suonato in Liguria questa è la prima volta. A dire il vero dovevamo suonare lo scorso anno al RSF ma poi arrivò un uragano che spazzò via il palco.. Detto questo non mi pare che altrove (sto parlando dell’Italia ovviamente) si stia meglio.. quest’anno ci siamo chiusi in studio abbiamo fatto meno concerti del solito ma mi pare che la situazione live sia ulteriormente peggiorata, è cosi. fine. Sta nella testa della gente, sto cominciando a rassegnarmi, siamo un paese da festa della birra e cover band ma non è che non ci dormo la notte.. ho smesso.