Una folle band di garage punkers con il gusto per le melodie pop scende dalle Lande Basse (Belgio) per dare aria al continente con un album di ruvido e melodico rock’n’roll.
Quando scrivi recensioni queste cose capitano: che corri dietro alle uscite dell’anno in corso per tentare di catturarne i momenti migliori, ma finisce che qualcosa ti lasci sempre alle spalle. Qualcosa che magari meritava davvero di essere ascoltata, consumata e riposta nella consueta classifica di fine anno.
E questo gioiellino garage pop è proprio un bell’esempio di quel qualcosa. Accade che il Belgio (paese di provenienza della band) e la Francia (paese di provenienza delle etichette che li accolgono, la Frantic City e la Love Mazout) non siano propriamente famosi per aver dato vita a floride scene garage, e finisce che questo disco resta invisibile ai miei occhi, fino a quando quei geniacci che stanno dietro a In Your Eyes riescono a ripescarlo e a fornirmelo su un bel piatto d’argento.
Un bel piatto d’argento che vi giro volentieri, e vi garantisco che me ne sarete eternamente grati! Il nostro quartetto belga (che meriterebbe un 10 soltanto per il nome!) ci propone un buon garage punk sguaiato e arrogante, fuso e modellato con una bellissima vena power pop. Un rock’n’roll ruvido e melodico con solide radici 60’s e ramificazioni nel 21esimo secolo. Un piatto gustosissimo, che sazia e appaga, da accompagnare con una bella birra ghiacciata (d’altronde siamo in Belgio, mica pizza e fichi!), un contorno di pogo sfrenato e un dessert di cori sguaiati.
Il ruvidissimo garage pop di Gotta Go che apre il disco è un po’ la sua firma, una felicissima combinazione di melodia e rumore che vi lascerà attoniti e vi costringerà ad andare avanti. Lungo il cammino potrete imbattervi in gioielli garage pop che ti si appiccicano al cervello (No Carpenter, Get Married), cavalcate garage-punk (Troma II) o fulgidi esempi di garage rock Back From The Grave-style (Seducer), con quel tiro 60’s punk e le chitarre riverberate a donare un dolce fascino psichedelico. Occhio al terreno, che risulta a tratti scosceso e pieno di frammenti di psichedelia freak (modello 13th Floor Elevators) che si abbattono su muri di fuzz impazziti (Blind People, Desperately Ill); se poi volete cambiare strada, c’è anche spazio per sentieri più classici, che prendono la forma di un sorprendente rock’n’roll 60’s tra (primi) Kinks e Them (Hunter).
Una buonissima prima prova, dunque, questa dei Thee Marvin Gays. Un piccolo capolavoro garage, capace di illuminare anche le vostre giornate più oscure e di donare aria alla vostre stanze imputridite dalla puzza di fumo e alcool stantio. Provatelo!