Mi ricordo un concerto in una calda estate nella savonese Albissola Marina. Mi ricordo come la brezza di mare tipicamente ligure veniva ridipinta da un piovoso vento britannico che proveniva da un palco sulla “passeggiata degli artisti” e più precisamente da chi su quel palco stava suonando: i Les Brucalifs, e ricordo che bella impressione mi avevano fatto.
Ora, un anno più tardi quel fatidico giorno, il quartetto friulano ci regala un Ep che è una perla del brit-pop, tanto che uno si fa delle domande: Manchester è in provincia di Gorizia?
Tamburi indigeni aprono le fila al primo brano del disco “Alibi” che con sfumature esoteriche richiamano cori avvolgenti a mo’ di rito di iniziazione che ricordano vagamente i Kasabian più controversi. La tavola è apparecchiata e come tovaglia c’è la Union Jack, ora basta portare da mangiare. Iniziando da “Tearunner”, canzone che da il titolo all’EP. Si fa un tuffo nel passato, due accordi semplici ma efficaci come i buoni Clash e poi quel che viene dopo viene dopo, ed è una buona miscela, come potrebbe esserla un ritornello scritto da Joe Strummer e cantato dall’eccentrico Noel Gallagher. “Stop the Monos”, dopo le prime battute di chitarra isterica, si nebulizza in una nuvola galattica dove il basso fa da tappeto a voci e contro voci che ti svolazzano intorno preparandoti a continue incursioni della chitarra iniziale: curiosa, molto curiosa.
Se posso essere di parte la mia preferita è “Smash or fix”, forse la più indie rock, nella sua denominazione più modaiola, del disco. La vedrei benissimo in una pista da ballo insieme a gruppi come The Wombats o The Fratellis. Nel finale addirittura un assolo inaspettato alla punk rock stile americano, social distorsiano direi. Il disco finisce con la riservata e acustica Sgt Liridon, che dalle prime note mi sa di Eagles anche se devo essere sincero, quanto si parla di sergenti nel mondo del rock non posso non pensare che a Sgt Pepper dei Beatles e per un gruppo brit-pop anche solo pennellare un ricordo dei capostipiti del genere e non solo penso sia un bel successo, da valutare ma un bel successo.
Fatto sta che non soddisfatto mi ritrovo davanti il mio anti-tecnologico PC a chiedermi “Potrei contattarli su Facebook, potrei domandargli il prechè dell’ep, potrei romperli un po’ le balle”.
Tiro giù tre domande del ca… volo e gliele invio. Dopo nemmeno 20 minuti mi rispondo con un “GRANDISSIMO” e il resto è l’intevista ed è Babbo Ciaimani (voce, barba e scrittore dei Brucalifs come dicono loro) a parlare.
J: Cos’è Tearunner Ep?
B.C.: Tearunner EP è un concentrato, una spremuta di quello che sono i Brucalifs in sala prove da un anno e mezzo a questa parte, più o meno da quando il fondatore Donovan Sinister ha deciso di emigrare a Tirana (da qui l’assonanza) a cercare fortune. Se nell’EP precedente “Spring In September” avevamo sviscerato il nucleo più intimo e acustico della band, in questo ci siamo concentrati decisamente di più sul suono sporco e, come diceva John Lennon, sulla “senape” con cui impastare canzoni dirette, movimentate e ricche di sfumature rock’n’roll puro.
J: Quanto brit vi sentite?
B.C.: Il brit ci scorre nelle vene…siamo quello che ascoltiamo, e noi abbiamo sempre ascoltato musica britannica a palla dall’adolescenza in poi..il brit è stato quello che ci ha fatto credere di poter spaccare il mondo, la nostra vera e propria RESILIENZA e che, anche da adulti, continua a farci sognare. Gli Oasis sono stati come dei padri, gli Strokes come un uragano su MTV SELECT nel bel mezzo di una merenda, i Kasabian per me l’autentica svolta che ha portato l’indie a sganciarsi dalle cantine e dallo sguardo al passato e a proiettarsi verso la fottuta contemporaneità.
J: Se vi dico “fatevi promozione” cosa mi rispondete?
B.C.: Ti diciamo SUONARE SUONARE e ancora SUONARE. Non c’è facebook, twitter o myspace che tenga: beninteso, noi usiamo tutta quella merda, ma è solo una comoda e fantastica vetrina che lascia il tempo che trova, le canzoni buone no, quelle sono l’unica cosa che restano e che possono smuovere la gente dai loro pc e farle andare ai concerti.
Insomma i Les Brucalifs ci donano un EP per gli amanti dell’oltremanica, di facile ascolto e che fa anche ballare, molto grazioso e che lascia un buon sapore di cupcake in bocca. Che dire, mettetevi un’impermeabile che a Londra piove oppure alzate il culo e andate ad un concerto dei Les Brucalifs, la sensazione sarà la stessa!
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