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Recensione : K – Holes – Dismania

K - Holes - Dismania: I K-holes ammantano il loro noise rock con tonnellate di acidità e tetri nuvoloni trash-wave rendendo Dismania un danza ...

I K-holes ammantano il loro noise rock con tonnellate di acidità e tetri nuvoloni trash-wave rendendo Dismania un danza oscura e un po’ monotona.

I K-Holes vengono da New York e danno vita ad un suono allucinato, distante e oscuro figlio di certa dark-wave scuola Birthday Party quanto di certo proto-punk di ascendenza Pagans & Stooges (che portano in dote al DNA dei newyorkesi un bel sax allucinato e certi ritmi ossessivi).
Una chitarra ubriaca, disturbata e sporca di fuzz apre Dismania (il loro secondo album sulla breve distanza, dopo l’omonimo dell’anno scorso), lasciando la band a violentarci con il loro suono cupo e lercio come i vicoli di Manhattam. È una violenza cieca, acida e aggressiva, quasi trash, che si snoda lungo tutte le 10 traccie del disco, lasciando veramente poco spazio alla luce.
Il trittico iniziale farebbe quasi gridare al capolavoro. L’opening track “Child” è un buon pezzo, come se Funhouse fosse sferzato da ventate dark wave. Un buon biglietto da visita cui fa seguito “Rats”, un assalto garage punk che distrugge ogni forma di resistenza con in sax e la voce femminile impegnati in una folle corsa (hardcore) verso l’ignoto. L’acido post-punk di “Frozen Stiff” sembra la luce in fondo al tunnel. Ma da lì in poi sono l’ansia e la paranoia a prendere possesso dell’ascoltatore, che si trova di fronte un album schizofrenico, oscuro e annoiato che sputa traccie di psichedelia incazzosa (“Acid”…), violente ripartenze noise-core che rendono difficile l’attraversamento (“Nightshifter”) e non meglio precisate ballate acide dall’animo oscuro (“Nothing New”). È buio pesto, e l’ansia quasi impedisce di arrivare alla fine.
Se dovessi riassumere Dismania? Un mare di buone idee schiacciato sotto il peso di una oscura monotonia. La tetra acidità che pervade le 10 traccie finisce per renderle tutte uguali e difficilmente, se si fa eccezione per il trittico iniziale “Child”, “Rats” e “Frozen Stiff”, si trova qualcosa che riesca a bucare le casse dello stereo. La band, comunque, ha tutte le potenzialità per tirar fuori qualcosa di veramente buono. Attendiamo momenti migliori.

TRACKLIST:
1. Child
2. Rats
3. Frozen Stiff
4. Acid
5. Window In The Wall
6. Nightshifter
7. Mosquito
8. Dirty Hax
9. Numb
10. Nothing New

LINE-UP:
Jack Hines [aka Creepy D]: voce, chitarra
Vashti Windish [aka Cha Cha Con]: voce
Julie Hines [nee Elledge aka Jungalaya]: basso
Cameron Michel [aka Bam Bam]: batteria
Sarah Villard [aka Sax 5th Avenue]: sassofono
Andrew McNey [aka Bibi]: chitarra

K-Holes

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