Tra le svariate figure barbine di cui noi italiani ci siamo resi protagonisti davanti al mondo intero, quella dei rifiuti di Napoli, è stata probabilmente la peggiore degli ultimi anni (escludendo le performance pubbliche e non del nostro ex premier, ovviamente).
Se n’è parlato per mesi e in tutta questa confusione non si è mai capito che cosa ci fosse realmente sotto, di chi fosse la colpa di questo scempio e come mai nessuno abbia alzato un dito per fare qualcosa.
Per la cronaca, Antonio Bassolino, è stato sindaco di Napoli per due mandati e successivamente presidente della regione Campania e responsabile della Commissione Rifiuti fino alle dimissioni del duemilaequattro.
Ma è doveroso fare un passo indietro, l’ex esponente del PCI, rappresentò il simbolo della rinascita dopo anni di crisi economica e morale e non a caso il suo successo assomigliò a un plebiscito.
Nel novantasette oltre il settanta per cento dei napoletani lo votarono, mai, ci fu, in una grande città come Napoli, un consenso elettorale di tali dimensioni.
Dopo le discusse amministrazioni di Cirino Pomicino e di De Mita (senza dimenticare Clemente Mastella da Ceppaloni), protagonisti del peggiore clientelismo all’italiana e fulgidi esempi di connivenze camorristiche (tutto rigorosamente marchiato Democrazia Cristiana), ecco una ventata di novità che ha fatto sognare i Napoletani e non solo.
Cosa è successo poi? Perché questo sogno è andato in malora? Di chi sono le responsabilità di questa amara sconfitta?
Isaia Sales, ex sottosegretario dell’ultimo governo Prodi, scrive questo libro, perché vuole dimostrare che non solo non sarebbe giusto dare tutta la colpa a Bassolino, in apparenza il primo responsabile, ma perché la sinistra commise delle enormi negligenze, che hanno contribuito a far precipitare la situazione.
E’ oggettivamente difficile prendere le parti di un amministratore, partito da una posizione di forza e leadership, il cui nome oggi è legato a tutto quello che di negativo ha segnato la Campania e il suo capoluogo, soprattutto alla luce di accuse penali e di presunti interessi legati alla malavita.
L’ Impregilo, compagnia vicina a Cesare Romiti è stata querelata per presunte irregolarità e con lei i suoi ex dirigenti e, manco a dirlo, Bassolino, ovvero colui che promosse l’intervento dell’azienda esterna. Errori di valutazione, ingenuità e anche sfortuna, hanno contribuito, secondo Sales, a compromettere tutto quello che di buono ci si aspettava da lui.
Il titolo “Napoli non è Berlino” vuole allargare il problema da una dimensione locale a una nazionale. Se Berlino, in pochi anni, si è trasformata in una metropoli moderna e al passo coi tempi, è grazie allo stato Tedesco, mentre la vicenda italiana non può essere solo colpa dei suoi cittadini e degli amministratori locali (che comunque hanno enormi responsabilità).
Napoli è stata abbandonata principalmente dal governo Prodi al potere durante la seconda crisi dei rifiuti, permettendo così a Berlusconi e ai suoi di intervenire come salvatori della patria, una volta saliti al potere.
Gli esponenti della sinistra (insieme alle destre e alla Chiesa) sono stati i primi a contrastare l’utilizzo del termovalorizzatore ad Acerra. L’ impianto aveva la funzione di smaltire e contemporaneamente produrre energia, mentre altre fazioni erano per le ecoballe, che, con la chiusura delle discariche si sono rivelate una sciagura. Sales inoltre sostiene che sono stati proprio i responsabili dell’attuale PD, negli anni novanta, a convincere Bassolino a dedicarsi alla politica locale, e a fare fagotto tornando da Roma a Napoli. D’Alema fu il più persuasivo, in quanto desideroso di liberarsi di un concorrente pericoloso e temibile nella corsa alla leadership del partito.
A prescindere da qualsiasi tipo di considerazione, l’errore più clamoroso che ha commesso è stato quello di dimettersi da Commissario ai rifiuti nel momento più critico e rischioso( 2004), ottenendo il risultato di addossarsi responsabilità oggettive e accuse di disonestà esagerate e ingiustificate.
Partito da una posizione di forza e prestigio, il suo nome oggi è legato a tutto quello che di negativo si può dire verso un politico, che da salvatore della patria si è trasformato in una calamità naturale, questa sorta di damnatio memoriae, (tanto per usare un’espressione dell’autore) fa comodo a molti, ma la realtà, secondo Sales, è un po’ diversa.
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