Here Comes The Day dei Valkiria è stata una delle migliori uscite del 2012; arrivato ormai al quinto album, il progetto creato dal musicista potentino Valkus ha trovato la meritata consacrazione strutturandosi come una band vera e propria e ricevendo finalmente il necessario supporto da un’etichetta tra le più attive nella scena metal italiana come la Bakerteam.
Di questi e altri argomenti, inclusa un’anticipazione su una novità nella futura line-up, abbiamo parlato con un disponibile e mai banale Valkus.
iye Ciao Valkus, per cominciare ti chiedo quali fattori hanno contribuito all’evoluzione del sound dei Valkiria, dagli esordi fino alla raffinata forma di gothic-doom espressa in un lavoro della levatura di “Here Comes The Day”.
Credo che il fattore determinante sia stata la perseveranza e l’impegno profuso in tutti questi anni in cui ho lavorato duramente, senza farmi condizionare dalle mode del momento o pensando di assecondare i gusti della gente; posso affermare che se c’è qualcosa in questo mondo che mi fa sentire libero è il fare musica e se questo dà vita a degli album apprezzati, non posso che esserne lusingato.
iye L’album è un concept, dalle tematiche affascinanti quanto malinconiche, che fa riferimento all’ineluttabile scorrere del tempo; cosa ti ha spinto ad affrontare questo argomento ?
Mi domando come si possa non essere affascinati e tormentati dallo scorrere del tempo. Capisco che l’opinione comune sia quella di non pensarci per poi rendersi conto, solo in età avanzata, di dover scomparire dalla faccia della terra trovandosi di conseguenza del tutto impreparati.
“Here Comes The Day” approccia il tema del tempo, guardando questa dimensione da vari punti di vista. Il tempo è poco: impieghiamolo al meglio. La vita è una catena di montaggio: una morte farà sempre spazio a una nuova nascita come il ciclo tramonto-alba. L’essere umano come si pone in questa dimensione? Finora l’ha subita con estrema rassegnazione, in altri casi vi si è opposto pateticamente cercando l’eterna giovinezza. Personalmente ritengo sia stupido trascorrere un’intera vita senza tentare di spezzare questo ciclo, siamo essere intelligenti e non possiamo rassegnarci a un’esistenza che si fondi su regole preimpostate ritenute inviolabili. Ma, se proprio non abbiamo la forza neanche di provare a sovvertire il sistema, almeno limitiamoci ad attendere la fine senza farci travolgere dalla sofferenza, il tempo impiegato a soffrire è quello speso peggio.
iye Sia “Of Dreams And Pain” che “Upon This Earth” erano grandi album, penalizzati in parte dalla mancanza di un’etichetta che si occupasse di fare una promozione degna di questo nome; quant’è importante per te, oggi, godere del supporto di una realtà come la Bakerteam ?
Avere un’etichetta è senz’altro un’arma in più, ma determinante, con l’entrata di Mike nella band, è stato il mutamento di approccio. Fino a poco tempo fa per me l‘aspetto promozionale era un fardello che seguiva l‘uscita del disco, qualcosa di monotono, manageriale e scarsamente allettante, se non addirittura frustrante, per chi come me volesse rimanere strettamente concentrato sulla parte artistica del fare musica. Adesso fortunatamente ho superato queste remore, spinto dal fatto che una maggiore esposizione mediatica, giova sicuramente anche alla crescita artistica; potendo arrivare a più persone aumentano i mezzi e le opportunità, quindi non mi stupirei se il prossimo disco fosse qualitativamente superiore, anche in virtù di questo.
iye Al di là dell’aspetto organizzativo c’è stato un ulteriore salto di qualità dal punto di vista compositivo; quanto ha contribuito, in questo, il passaggio da progetto a band vera e propria, con l’ingresso in formazione di Mike e il contributo fondamentale di Giuseppe Orlando ?
L’ingresso di Mike purtroppo è avvenuto quando ormai il disco era ultimato, quindi ha potuto collaborare poco da questo punto di vista se non arricchendo gli arrangiamenti, più decisivo in questo senso è stato l’apporto di Giuseppe che ha dato umanità alla sezione ritmica, da sempre in mano ad una drum machine. Per un breve lasso di tempo Valkiria si è quindi, tramutata in una band completa e la cosa l’ho voluta rimarcare anche nel video, dove le riprese iniziali si concentrano su inquadrature di noi presi singolarmente, ma poi finalmente quando il pezzo si apre compariamo tutti insieme; ciò ha anche un valore altamente simbolico.
iye Alla luce di questo nuovo assetto pensi di poter finalmente intraprendere con i Valkiria l’attività live? Non ti fa certo difetto un ampio repertorio di qualità dal quale attingere; in questo caso sia Mike, alle prese con i suoi ottimi Stigmhate, sia Giuseppe, che oltre alla titolarità della batteria nei Novembre è anche un produttore super impegnato, sarebbero in grado di accompagnarti oppure saresti costretto ad avvalerti di altri musicisti ?
Ecco come hai appena detto ognuno di noi è super impegnato o in altri progetti musicali o da un lavoro a tempo pieno, tutte caratteristiche non compatibili con tour particolarmente impegnativi. Ci sono troppi presupposti che devono essere soddisfatti per poter suonare in giro e purtroppo per noi, non si sono ancora tutti verificati.
iye Raramente negli ultimi anni ho avuto occasione di vedere un video nel quale la musica si sposava alla perfezione con le immagini come quello che avete girato per “Sunrise”; fortunatamente oggi, tramite i vari canali su internet, è fruibile per chiunque, ma non ti infastidisce un po’ il fatto che per questo tipo di musica gli sbocchi sui network televisivi siano praticamente preclusi ?
Si è francamente un peccato, ma è anche vero che chi ascolta Metal ormai non perde tempo su Mtv e simili, e questo limita il mio rammarico. Certo ci sarebbero tanti altri che potrebbero avvicinarsi a questo genere di musica, ma gli viene negata questa possibilità, anzi subiscono un costante lavaggio del cervello con la solita musica plastificata. Direi però che se la vanno a cercare, insomma vedere la tv è da lobotomizzati. Esorto chiunque a concentrarsi su internet, sia per la musica che l’informazione, la tv è affar di stato e va boicottata!
iye Mi riallaccio in parte a questo argomento chiedendo anche a te, come ho già fatto ad altri musicisti che operano in ambito doom, se la soddisfazione e il piacere di comporre riescano sempre a compensare il fatto di non riuscire a raggiungere un pubblico più ampio.
Sono pensieri che non mi hanno mai turbato più di tanto, iniziando a suonare questo genere sapevo di poter contare su pochi fedelissimi, bastano questi a dare un senso nel fare musica. E se anche loro dovessero venire meno, beh allora suonerò solo per me stesso, ma dubito che mollerò.
iye In sede di recensione ho citato “Here Comes The Day” come esempio di gothic-doom ispirato alla fase migliore dei capiscuola del genere, collocandosi alla loro altezza per ispirazione e capacità di evocare sensazioni cupe e malinconiche; il genere secondo me in questo periodo sta ritrovando nuova linfa, oltre che con il vostro album, anche grazie a lavori come “Melpomene” dei Frailty e “The Shortest Way” degli Evadne, solo per citare i più recenti. Ti chiedo se hai sentito questi lavori e, invece, come valuti la parabola artistica della sacra triade composta da My Dying Bride, Anathema e Paradise Lost.
Purtroppo non conosco i primi due che mi hai menzionato, ma rimedierò al più presto, per quanto riguarda la triade sacra direi che a loro dovrà sempre essere riconosciuto il giusto merito, per quello che hanno fatto e per l’ispirazione che i loro album d’esordio continuano a dare a tanti altri musicisti. Attualmente invece mi sembrano in evidente affanno, gli unici che riescono a tenere secondo me, sono i My Dying Bride, anche se pure da parte loro traspaiono ormai ampi segnali di opacità in termini di idee; per quanto riguarda i Paradise Lost, stanno proponendo lo stesso disco da anni e gli Anathema ormai risultano non più pervenuti tra le fila del Metal e francamente, la loro proposta attuale appare a dir poco melensa.
iye Da dove deriva la tua scelta di optare in prevalenza per lo screaming rispetto al growl ? Lo ritieni più funzionale al genere o semplicemente ti trovi maggiormente a tuo agio con questo tipo di tecnica vocale ?
E stato all’inizio una necessità, in quanto non sono dotato di una voce growl. Poi ascoltando quello che man mano veniva fuori tanto io che Mike ci siamo convinti che quella fosse la soluzione migliore, oltre che un ulteriore mezzo attraverso il quale rendere ancor più personale la nostra proposta.
iye Negli ultimi tempi molte band si stanno cimentando con liriche in italiano, spesso con ottimi risultati (citerei in particolare gli Ecnephias); la ritieni un’opzione praticabile in futuro anche per i Valkiria ?
Sarebbe bello poter cantare in italiano, ma lo ritengo poco adatto a questo tipo di sound. In passato (“Thur Kuarankarn Sthorn” ed “Epika”) ho optato per una lingua di mia creazione, ma ritengo che l’inglese rimanga la soluzione preferibile anche per poter risultare comprensibile alla maggior parte dei nostri fan che risiedono all‘estero.
iye Una domanda poco originale ma sempre intrigante: quali sono i dischi che ti hanno spinto a diventare un musicista e quali, invece, ritieni le pietre miliari del genere che suoni ?
Ho iniziato a suonare per merito di Angus Young, i suoi assoli mi si sono piantati nel cervello, poi Joe Satriani è stato un altro grande punto di riferimento. Per le pietre miliari direi che canonicamente a questa domanda si debba rispondere con: Brave Murder Day (Katatonia), Turn Loose The Swans (My Dying Bride) The Silent Enigma (Anathema) e Gothic (Paradise Lost).
iye Per finire, ringraziandoti per la tua disponibilità, ci puoi accennare qualcosa sui programmi futuri della band ?
L’aspetto positivo di non dover suonare live è quello di potersi dedicare esclusivamente alla stesura dei nuovi brani, quindi siamo totalmente concentrati su questo aspetto. Nuovi orizzonti si sono dischiusi con l’entrata nella band di Tim Rowland (cantante e chitarrista dei promettenti Woccon, recensiti recentemente da iyezine – ndr), così ora possiamo avvalerci anche di un’ottima voce pulita, questo ci rende ancora più fiduciosi per il nostro futuro.