Eccezionale biografia in prima persona di Giorgio Canali, uno dei più interessanti e genuini personaggi della misera canzone italiana.
Il libro illustra in maniera egregia la vita e le gesta del figlio del fabbro di Predappio (notare bene che anche Mussolini era figlio di un fabbro di Predappio). Il sig. Canali ha consumato molta strada e molte bestemmie nel corso degli anni, dall’essere il fonico dei Litfiba, al suonare con i CCCP, all’essere nei C.S.I.e poi nei PGR. Ora suona con i Rossofuoco e sforna dischi che potranno anche essere discutibili, ma che a mio avviso sono molto originali, quasi unici. Da questa lunga confessione, raccolta mirabilmente da Samuele Zamuner e Irene Zanetti, si può almeno scrutare dentro l’universo di Giorgio. Canali è, come molti musicisti italiani cosiddetti alternativi, un’icona che può essere amata o odiata allo stesso tempo, ma che porta in sé un problema di fondo: in Italia pensiamo che l’artista alternativo debba essere politicamente corretto, non commerciale e strano. Questo libro, completando la musica di Canali, conferma ciò che ho sempre pensato: a Giorgio non frega un cazzo di essere capito, ascoltato o idolatrato. A Canali non importa neanche di Canali, è giustamente troppo occupato a vivere e a descriverci quello che vive. Questo musicista ha scritto alcune delle più belle canzoni mai cantate in italiano, non ha mai sbiellato, non ci vuole insegnare nulla, non ci facilita il suicidio con un ritornello del cazzo. E quello che si può trovare in questo libro è di una ricchezza inestimabile, o il nulla della vita di merda. Io non sono un fan di Canali, e a Canali non gliene frega nulla della musica. Sarebbe stato facile avere una biografia che indorasse il mondo indie, quello che voi alternativi amate tanto. E invece no, qui c’è Giorgio Canali, una delle persone più sincere e poetiche che possiate incontrare.
Libro fantastico per un personaggio fantastico.
Nel blu dipinto di merda.