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Recensione : Mope – Mope

Quattro ottimi musicisti della Genova innamorata di musica oscura si sono uniti per dare vita ad una bestia fatta di oscurità e tanto fascino.

Quattro ottimi musicisti della Genova innamorata di musica oscura si sono uniti per dare vita ad una bestia fatta di oscurità e tanto fascino.
I Mope sono: Fabio Cuomo aka Eremite  (suo uno dei dischi migliori del 2013, Dragonarius) alla batteria, Stefano Parodi al basso dai Vanessa Van Basten, forse uno dei migliori gruppi mai espressi dalla vecchia Superba, Jessica Rassi alla chitarra, artista del The Giant’s Lab e, per finire, Sara Twinn al sax, già nei Folagra e proprietaria di Taxi Driver, uno dei pochi negozi di dischi rimasti in città.
Riunitisi nel 2011 danno ora alle stampe il loro primo cd Mope .
Tre pezzi che sono tre suites, ipnotiche ed affascinanti. I musicisti coinvolti sono di reale valore, lo sa bene chi consoce un po’ l’underground genovese e qui danno tutti un gran contributo. Come coordinate musicali siamo dalle parti di Minsk, Yakuza e, sicuramente anche di John Zorn, ovvero colui che ha sdoganato certi strumenti come il sax presso il pubblico del rock più oltranzista.
Sentendo il disco mi è venuto in mente “From Hell” di Alan Moore, per quelle atmsofere oscure e gotiche, per quella sorpresa che ci trovi vignetta dopo vignetta, e per raccontare storie tenute prigioniere nel lato nero dell’essere umano.
In questo disco c’è un senso di apocalisse, di tragedia, di muri scrostati e di lampioni che non riescono ad illuminare certi percorsi.
L’apertura con Old Grey Street è paradigmatica di ciò che sentirete, ma i Mope non sono solo questo. Il sax di Sara detta i tempi e le andature e il gruppo è un mantello che avanza sinuoso tra vecchi ciottoli e sangue fresco. La chitarra di Jessica è incisiva nelle sue distorsioni e nella sua potenza appena accennata. La batteria di Fabio è un rullo, e non ci si deve stupire poiché “Dragonarius” l’ha scritto ed suonato interamente lui.
Doomed To Feed The Ground sembra dolce ma in realtà è l’ineluttabilità del cadere e del farsi male. La caduta è un monolite che sta tra gli Sleep e gli Yakuza, questi ultimi per la forma, ma per la sostanza siamo molto più vicini ai primi.
Tre pezzi magnifici, tre avventure oscure e additive. Grande disco, ma in fondo da personaggi così non ci si poteva aspettare di peggio. Se dovessero smettere qui bene, se dovessero continuare ancora meglio. Nel dubbio c’è un disco fantastico da sentire.

Tracklist:
1. Old Grey Street
2. Doomed To Feed The Ground
3. La Caduta

Line – up
Sara – sax
Jessica – chitarra
Stefano – basso
Fabio – batteria

MOPE – Facebook

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