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Recensione : Shadow Host – Apocalyptic Symphony

“Apocalyptic Symphony”, ottavo album dei russi Shadow Host, risulta un bel massacro power/thrash che piacerà agli amanti dei suoni aggressivi ed in your face.

Magari poco conosciuti ai più, i moscoviti Shadow Host sono attivi già dal lontano 1993 e arrivano all’ottava release ufficiale (cinque full-length e tre Ep), tra le quali cui finora “Neverland” (2002) risultava l’episodio migliore: nel loro curriculum possono vantare apparizioni live con le top band del genere, come Blind Guardian, Gamma Ray, Grave Digger, Annihilator e Overkill, insomma, una buona fetta della storia del power/thrash.

Il nuovo album sposta il tiro della band verso sonorità più aggressive, mostrandosi come un bel massacro metallico a cavallo tra power di scuola tedesca e thrash che trova la sua ispirazione in nomi come Testament ed Exodus.
Si viaggia così su velocità sostenute in pratica per tutto il lavoro, che ha nell’epicità tipica del power il quid capace di “gasare” il giusto; sezione ritmica da infarto con il drummer Erland Sivolapov a picchiare sulle pelli come un forsennato e produzione all’altezza fanno di questo lavoro un prodotto di tutto rispetto.
Gli Shadow Host, come detto, vantano una grossa esperienza live che si manifesta prepotentemente anche nel loro ultimo lavoro, risultando una band coesa che sa ciò che vogliono gli appassionati del genere: doppia cassa a palla, anthem metallici da distruzione nei concerti e splendidi e velocissimi assoli.
L’album risulta così un alternarsi di brani (Lunacy Divine, Treason) nei quali è più in evidenza lo spirito power e altri (Blinded by Greed) dove il thrash la fa da padrone, fino a Divide and Rule, splendido esempio di power/thrash song proveniente direttamente dai maestri Rage del grande Peavy Wagner (periodo “Black In Mind).
Si rallenta nel finale con la ballad Seeds of Sorrow, tra momenti acustici e altri più potenti, una song molto maschia sulla scia del Guardiano Cieco, ma è un attimo, perché Apocalypse Within torna a correre mantenendo sempre lo stile della band di “Imagination from the Other Side”, pura goduria made in Germany.
Che dire, album metal che, seppure derivativo, merita davvero in virtù di un buon songwriting e per l’ottima prova dei musicisti: ascolto obbligato per i power metallers che prediligono suoni aggressivi e in your face.

Tracklist:
1. Lunacy Divine
2. Treason
3. Blinded by Greed
4. Empty Eyes
5. Silent Killing
6. Guardians of the Wretched
7. Divide and Rule
8. Reborn in Hate
9. Seeds of Sorrow
10. Apocalypse Within

Line-up:
Alexey Arzamazov –  Guitars, Vocals (backing)
Yuriy Naletov –  Guitars
Alexey Markov – Vocals
Artem Molodtsov – Bass
Erland Sivolapov – Drums

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