iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Aurora Borealis – Worldshapers

La band del Maryland conferma la qualità del suo death metal con un ritorno ispiratissimo.

Tornano più agguerriti che mai gli americani Aurora Borealis, vecchia conoscenza del metal estremo statunitense, arrivati infatti al ventennio di una carriera vissuta ai margini a livello di popolarità, ma dalla proposta qualitativamente ottima.

Il gruppo del Maryland, infatti, ha mosso i suoi primi passi nel 1994 per esordire con un Ep nel 1996 ed arrivare fino ad oggi con l’uscita del sesto full-lenght intitolato Worldshapers, mantenendo sempre in vita il concept sci-fi che ne caratterizza testi ed immagini di copertina.
Il sound continua, imperterrito, ad essere un bel connubio tra death metal, alquanto brutal e black, riconducibile alla voce di Ron Vento e a qualche accelerazione ritmica tipica del genere.
Musicisti d’esperienza e produzione professionale fanno di questo album un gioiellino imperdibile di musica estrema, dove sono riscontrabili un’assoluta mancanza di compromessi e un’attitudine mai venuta meno al combo.
Un’intro futurista, come da copione, lascia spazio a God Like Redemption, death/black furioso, cantato a meraviglia da un malefico Ron, sempre perfetto con il suo caratteristico scream acido, e bissata dalla velocissima title-track, devastante nel suo drumming indiavolato.
Dopo Induced Mutation, dalle influenze black, la band si assesta su coordinate dath e l’album prende il volo: gli assoli si fanno più melodici, il cantato cadenzato e più cupo e si susseguono song dove sua maestà il death diventa sovrano tiranno e crudele.
The Oldest Dilemma, This Is The Way They Choose To Die, And To The Stars Returned sono song ispiratissime, nelle quali i nostri si dimostrano maestri nel plasmare la materia nonché musicisti coi fiocchi, a cominciare dalla sezione ritmica, composta dal bassista Jason Ian-Vaughn Eckert, eguagliato in bravura dal martellante Mark Green alle pelli.
Ron Vento, dalla sua, macina riff su riff e regala splendidi assoli melodici che impreziosiscono un lavoro già di per sè ottimo. Un buon ritorno dunque per la band americana che, con quest’album, conferma tutte le proprie qualità, fiera portabandiera del death metal a stelle e strisce.

Tracklist:
1. In the Beginning
2. God Like Redemption
3. World Shapers
4. Induced Mutation
5. The Oldest of Dilemmas
6. Watchers from Above
7. This Is the Way They Choose to Die
8. A Subtle Way to Eradicate Them
9. Silent War
10. And to the Stars Returned

Line-up:
Jason Ian-Vaughn Eckert – Bass
Mark Green – Drums
Ron Vento – Vocals, Guitars, Programming

AURORA BOREALIS – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP