Nel 1973 George Romero diresse quello che divenne uno dei suoi cult movie, “La città verrà distrutta all’alba”, dove un’infezione trasformava le persone in creature assetate di sangue e le autorità venivano costrette a radere al suolo la cittadina uccidendo tutti gli abitanti.
Roanoke, Virginia, nell’anno di grazia 2014, il virus che attanaglia il paese si chiama brutal death metal e i colpevoli della diffusione sono gli Human Infection, combo al secondo album dopo il classico demo d’esordio, un dvd ed il primo full-length datato 2011 dal titolo “Infest to Ingest”.
La band statunitense conferma le buone impressioni che aveva suscitato nell’occasione continuando la sua opera di contagio, impestando gli ignari metallers di violento, brutale e velocissimo death.
Poco più di mezz’ora di bombardamento senza soluzione di continuità, sulla scia di Suffocation e Cryptopsy, durante i quali i quattro musicisti americani sciorinano una gran prova strumentale, iniziando dalla sezione ritmica (Cj Giles al drumming e Hank James al basso) potente e veloce come un treno in corsa, alquanto precisa nei numerosi cambi di tempo che impreziosiscono le varie song, continuando con la chitarra dagli assoli lancinanti e taglienti come rasoi suonata dall’ottimo Andrew Matthews e, concludendo, con il growl malato e potentissimo del buon Andrew Brown; tutti ingredienti, questi, che fanno di Curvatures In Time un imperdibile lavoro per tutti i fan del genere, i quali nelle varie Celestial, In Vain, Sacrificial Skies e la title-track troveranno tutti al loro posto gli elementi che caratterizzano il genere.
Da segnalare anche un’ottima produzione che aiuta non poco l’ascolto dell’album, consigliato senza indugi a tutti i fan del brutal death.
Tracklist:
1. Intro
2. Celestial
3. Devastation
4. Ex-Nihilo
5. Decay Inheritance
6. In Vain
7. Sacrificial Skies
8. Impending Purification
9. Lesser Being
10. Curvatures in Time
Line-up:
Cj Giles – Drums
Hank James – Bass
Andrew Brown – Vocals
Andrew Mathews – Guitars (lead & rhythm)