Non sempre il caso gioca dei brutti scherzi, come troppo spesso accade: trovandomi di passaggio a Chiavari lo scorso 12 luglio ho scoperto tramite Facebook che, proprio nella stessa giornata, gli Exilia si sarebbero esibiti in versione unplugged presso il locale negozio di strumenti musicali TSM, in occasione dell’inaugurazione della sua nuova sede.
Un’opportunità da non perdere per vedere all’opera dal vivo la band autrice due anni orsono dell’ottimo Decode e, in precedenza, di una manciata di album che l’hanno consacrata come una delle migliori realtà nazionali in ambito metal alternativo, anche se tale definizione rischia davvero di stare stretta a musicisti come Masha e co.
Quelle 25-30 persone che hanno avuto la buona sorte di assistere allo show del gruppo milanese (ridotto nell’occasione a trio causa la defezione, per cause di forza maggiore, da parte del drummer Mark) all’interno dei bei locali del nuovo negozio sono state gratificate, infatti, da un’ora di musica dalla rara intensità, capace di rapire anche chi, come me, non ha mai avuto una particolare predilezione per le esibizioni unplugged.
In questo caso i migliori brani degli Exilia (arricchiti da una cover degli Smashing Pumpkins e dal conclusivo omaggio a Jimi Hendrix), spogliati della loro intelaiatura metallica, sono letteralmente esplosi in tutta la loro dirompente carica emotiva, veicolando senza alcun filtro il dolore, la rabbia, la malinconia che Masha riversa nei propri testi.
La stessa vicinanza tra i musicisti e il pubblico, prodotta dal trovarsi in un ambiente dalle ridotte dimensioni (ma dall’acustica eccellente), ha finito per creare quel clima di grande intimità che ha reso speciale ogni attimo dell’esibizione.
Coadiuvata dal prezioso operato di Marco al basso e dalla tecnica ineccepibile di Carlo alla chitarra, Masha si è dimostrata dal vivo ciò che ho sempre pensato, ovvero un cantante magnifica ed una donna speciale e di rara sensibilità, dotata di una voce unica, versatile e capace di penetrare in profondità nell’animo dell’ascoltatore, lontana anni luce dalla fredde ed impersonali esibizioni di tecnica canora che ci vengono somministrate quotidianamente dai network radiofonici e televisivi.
In un mondo normale nel quale, per esempio, tutti gli animali dovrebbero poter scorrazzare liberi (e magari compiere divertenti incursioni su un palco come nel caso di Yumiko a Chiavari … ) invece d’essere sfruttati o massacrati senza altro motivo che non sia la protervia dell’essere umano, gli Exilia in Italia riempirebbero gli stadi e venderebbero regolarmente centinaia di migliaia di copie.
Così purtroppo non è, nell’uno e nell’altro caso, ma la caratura di un artista non si misura certo tramite l’arida contabilità riguardante la quantità di dischi venduti o il numero di spettatori ai concerti; ciò che non potrà essere mai sottratta agli Exilia è la consapevolezza di regalare qualcosa di unico a chi dalla musica vuole ricavare emozioni e, magari, una spinta per affrontare con un diverso approccio la propria altalenante quotidianità e, fidatevi, tutto ciò non è affatto cosa da poco …